Il Ciapi, Centro di formazione regionale, rischia la chiusura dopo 53 anni con il licenziamento degli ultimi 10 dipendenti. Il direttore Cacciagrano spara a zero sulla Regione Abruzzo.
“La Regione Abruzzo ha deciso la chiusura definitiva del Ciapi di Chieti. Purtroppo noi abbiamo tirato avanti grazie ai provvedimenti del Consiglio Regionale non della Giunta.” E’ un fiume in piena Cacciagrano sulle sorti del Ciapi, fiore all’occhiello, dice, di una intera regione che ha formato oltre 50.000 persone.
“Una situazione che la Regione Abruzzo ha fatto diventare insanabile con scelte scellerate se non illegali. Basti pensare – prosegue – che il Ciapi è stato messo in liquidazione con la motivazione di non avere i bilanci approvati ed essere in difficoltà economiche quando la Regione approva i bilanci e non ha versato al Ciapi per 9 anni le quote sociali dovute. Da 107 dipendenti, stante le situazioni di difficoltà, negli anni molti si sono ricollocati, altri sono andati in pensione, ora 10 sono le persone a tempo indeterminato ma se la Regione vuole fare qualcosa, alla fine, se mette sul campo un incentivo all’esodo dovrà ricollocare solo 4 o 5 dipendenti. Non si capisce perché il Ciapi che è l’unico vero Ente della Regione Abruzzo, nato nel 1968 dallo Stato Italiano poi passato alla Regione Abruzzo è trascuratissimo. Abbiamo avuto degli assessori alla formazione assolutamente incapaci di gestire queste situazioni, conclude Cacciagrano”.