Si terrà mercoledì prossimo alle ore 10.30 nell’Aula Consiliare della Provincia di Chieti, un convegno per ricordare Giacomo Matteotti a cento anni dal suo assassinio, nella città dove, il 16 marzo del 1926, si aprì il processo ai suoi assassini.
Il processo di Chieti, che coinvolse alcuni membri del regime fascista accusati del rapimento e dell’omicidio, è uno degli episodi più significativi e controversi legati alla tragica fine di Giacomo Matteotti. Dopo l’omicidio di Giacomo Matteotti nel giugno 1924, il regime fascista si trovò sotto una forte pressione interna e internazionale. Mussolini, pur prendendo una posizione ambigua, tentò di distanziarsi dall’accaduto per evitare una crisi politica che avrebbe potuto destabilizzare il suo governo. Furono arrestati e accusati del rapimento e dell’omicidio diversi membri della Ceka, una squadra segreta fascista. Tra gli imputati figuravano Amerigo Dumini, Albino Volpi, Giuseppe Viola e Amleto Poveromo. La scelta di Chieti come sede del processo fu strategica, lontana dai centri di potere politico e mediatico, nel tentativo di ridurre l’attenzione e il clamore attorno al caso. Il processo fu ampiamente criticato per la sua mancanza di trasparenza e imparzialità, l’avvocato difensore di uno degli imputati era Roberto Farinacci, segretario del Partito Nazionale Fascista, a cui alcune nobildonne teatine ricamarono a mano la toga che usò in aula. Nonostante le prove schiaccianti del coinvolgimento degli imputati, il processo, che fu ampiamente percepito come una farsa giudiziaria orchestrata dal regime fascista per coprire le proprie responsabilità e minimizzare le conseguenze politiche dell’omicidio, si concluse con condanne relativamente miti. Amerigo Dumini, ritenuto il principale responsabile, fu condannato a cinque anni e undici mesi di reclusione, ma scontò solo una parte della pena grazie a vari benefici e riduzioni. Nell’incontro di mercoledì, dopo i saluti istituzionali del sindaco di Chieti, Diego Ferrara, del presidente della Provincia di Chieti, Francesco Menna, e del segretario generale della Uil Abruzzo, Michele Lombardo, si terrà una tavola rotonda, coordinata dalla giornalista Barbara Del Fallo a cui parteciperanno Giorgio Benvenuto, già segretario generale della Uil, deputato e senatore, attualmente presidente della Fondazione Bruno Buozzi ETS, la nipote di Giacomo Matteotti, Elena Matteotti, Alberto Vacca, autore del libro ‘L’occhio del duce in casa Matteotti. La spia dell’Ovra Domenico De Ritis’ e Alberto Corteggiani, direttore dell’archivio di stato di Chieti che illustrerà la recentissima digitalizzazione del processo Matteotti. Contemporaneamente nei giorni 26, 27 e 28 novembre sarà allestita una mostra dal titolo ‘Giacomo Matteotti a cento anni dal suo assassinio. La vicinanza politico/morale con Bruno Buozzi’.