Chieti: lettera al sindaco sul caro mensa alla scuola di Via Bosio dello Scalo

E’ di qualche giorno fa la lettera aperta inviata al Comune di Chieti, sindaco e assessore all’istruzione, da un nutrito gruppo di genitori della Scuola di Via Bosio a Chieti Scalo: chiedono di rivedere le lievitate tariffe del servizio mensa.

In tanti chiedono che le tariffe del servizio mensa delle scuole infanzia e primaria, lievitate e non di poco, vengano immediatamente riviste. I genitori questa volta non hanno abbozzato, essendo questa “una deriva cui si sta tendendo ormai da anni” e verso cui si sono sentiti di dover porre un freno oltre che far sentire la loro voce. Il caro mensa questa volta riguarda le famiglie fuori sede, per le quali sono state abolite le fasce Isee che garantivano equità e diritto allo studio anche per i nuclei familiari meno abbienti.

“Purtroppo il problema esiste ed è grave, con questa scelta del Comune si va ad intaccare quello che è un diritto delle famiglie ossia la libertà di scelta dell’istruzione, oltre che inficiare un caposaldo del sistema educativo nazionale quale è il tempo pieno”. Le parole dei genitori sono chiare e accorate. Vediamo come risponderanno dal Palazzo.

Sindaco e assessore Giammarino su tariffe della refezione scolastica per fuori sede

 “Abbiamo letto con attenzione e partecipazione la lettera che ci arriva dai genitori dei bambini fuori sede, in merito alle tariffe della mensa scolastica. Va detto che il Comune di Chieti, con l’adozione della procedura di riequilibrio economico e finanziario, oggi al vaglio degli uffici Ministeriali di competenza, ha iniziato l’iter di un percorso di risanamento indispensabile e che ha tappe definite e scelte su cui non è possibile tornare indietro.

Sapevamo che sarebbe stato un percorso complesso, lo abbiamo detto subito anche a una Città, che, con la responsabilità che abbiamo assunto, speriamo di sollevare dal rischio di un nuovo dissesto, che paralizzerebbe per anni il suo sviluppo, oltre a condizionarne i servizi.

La ridefinizione delle tariffe dei servizi comunali, fra cui c’è quello della ristorazione scolastica, è cosa avvenuta l’aprile scorso, con la massima trasparenza, essendo una scelta posta al vaglio e approvata dal Consiglio comunale e condivisa con tutti i portatori di interesse, proprio perché importante e diffusa. Le novità illustrate allora anche sul fronte mensa, riguardavano una rimodulazione contenuta, non superiore al 15 per cento delle quote per i residenti in ogni fascia Isee e la scelta di porre una tariffa fissa per i non residenti pari a 5 euro. Si tratta di cifre contemperate alle realtà di altri Comuni e di una tariffa differenziata rispetto ai residenti, intrapresa per diluire alle famiglie teatine il carico complessivo della necessaria manovra di riequilibrio, vivendo queste in un Comune che ha dovuto agire anche su altri fronti per ritrovare una rotta, come impone la procedura in atto.

Conosciamo bene anche la storia di eccellenza della scuola di via Bosio, che non è assolutamente messa in discussione dai provvedimenti che siamo stati costretti ad adottare, ma che potrebbe esserlo, invece, in una situazione di dissesto del Comune, che andrebbe sì ad intaccare anche il diritto allo studio dei ragazzi, residenti e non.

Questo necessario giro di vite auspichiamo sia destinato ad alleggerirsi per i prossimi anni: partita la manovra e se darà gli sperati effetti, potremo cominciare a restituire respiro alla città e alla comunità che a Chieti vive, lavora e studia e lo faremo dai servizi più sensibili, proprio per supportare la delicata utenza che essi hanno. Sicuramente in quella fase riusciremo a dare risposte anche ai non residenti, applicando una tariffa diversa da quella adottata con il piano, come speriamo di fare anche per la sosta, per l’utilizzo delle strutture sportive comunali, per i tributi di competenza dell’Ente e per gli altri frangenti interessati dal piano.

Un impegno, questo, che abbiamo preso con la città quando siamo arrivati alla sua guida, nella consapevolezza piena di farlo in uno dei periodi più complessi della sua storia”.

 

 

Barbara Orsini: