Dirottava le telefonate dei clienti della sua ex società al centralino della sua nuova attività imprenditoriale, analoga alla precedente. I reati contestati vanno dal furto all’impedimento illecito di comunicazione telefonica.
L’avviso di conclusione delle indagini, emesso dalla Procura della Repubblica del Tribunale di Chieti, è arrivato al termine di una specifica attività investigativa degli agenti della sezione reati contro il patrimonio della squadra mobile della Questura di Chieti. Il titolare della prima azienda, specializzata in installazione e manutenzione di sistemi di riscaldamento, la cui sede si trova nella zona industriale di Chieti, in un primo momento temeva di essere stato vittima di una truffa da parte della compagnia telefonica e per questo si è rivolta ai poliziotti presentando una denuncia. La polizia ha però scoperto che in realtà il reato contestato è di “cognizione, interruzione o impedimento illeciti di comunicazioni o conversazioni telefoniche” e che il responsabile sarebbe un suo ex dipendente che, nel frattempo, aveva avviato una attività imprenditoriale analoga.
Dalle indagini è emerso che l’uomo, perfettamente a conoscenza del funzionamento e delle caratteristiche tecniche del centralino telefonico dell’azienda presso la quale aveva lavorato, faceva in modo di dirottare le telefonate dei clienti sull’utenza in uso alla sua ditta, con sede nel Pescarese. Gli ignari clienti, invece, ritenevano di interloquire e di avere rapporti con l’azienda di Chieti.
Inoltre la Questura fa sapere che l’indagato agiva in concorso con la compagna, alla quale la ditta era formalmente intestata. Entrambi sono indagati anche come autori del furto delle schede dei clienti e di alcuni documenti contabili della società di Chieti, in un periodo successivo alla cessazione del rapporto di lavoro, mentre l’uomo è accusato di essere l’esecutore materiale dei reati.