Il giudice monocratico del Tribunale di Chieti, Enrico Colagreco, ha assolto “perché il fatto non sussiste” dall’accusa di truffa aggravata continuata Vittorio Sigismondi, 74enne di Casalincontrada
L’accusa aveva chiesto la condanna a due anni di reclusione. L’uomo venne rinviato a giudizio nel dicembre 2016 perché, secondo l’accusa, avrebbe simulato la totale incapacità di deambulare come conseguenza permanente di un infortunio avvenuto nel settembre 1991 mentre si recava in auto al lavoro. In tal modo avrebbe indotto il medico dell’Inail a stilare una diagnosi di fratture vertebrali multiple con conseguente incapacità di mantenere la stazione eretta, mentre in realtà, sostiene sempre l’accusa, era pienamente capace non solo di deambulare in piena
autonomia, ma anche di compiere lavori con attrezzi da muratore. Percependo così indebitamente negli anni, fino al 31 dicembre 2015, la pensione di invalidità dall’Inps e l’assegno di accompagnamento dall’Inail per complessivi 562.000 euro e ulteriori 73.560 euro a titolo di pagamento di presidi per lo stato di invalidità. Durante il processo una perizia d’ufficio sollecitata dal difensore di Sigismondi, l’avvocato Roberto Di Loreto, supportato dal proprio consulente di parte, il medico legale Giorgio Murmura, ha stabilito che le condizioni dell’uomo, che
vive su una sedia a rotelle, fossero totalmente incompatibili con i lavori e le attività che gli venivano contestate nel capo di imputazione ovvero lavori con attrezzi da muratore. L’indagine era partita della denuncia di un vicino di casa. Nel frattempo le indennità delle quali l’uomo beneficiava gli sono state revocate.
“Finalmente – ha commentato l’avvocato Di Loreto – è stata fatta giustizia a favore di una persona che da anni vive in una condizione di grande disagio e sofferenza”.