Ancora un episodio di violenza nella Casa circondariale di Madonna del Freddo a Chieti. Un detenuto di etnia rom minaccia gli agenti con un coltello rudimentale. Le proteste del sindacato
Non c’è pace nel carcere di Madonna del Freddo, a Chieti. E protesta il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE dopo l’ultimo grave episodio accaduto sabato scorso. Ricostruisce l’accaduto Giuseppe Ninu, segretario regionale SAPPE per l’Abruzzo:
“E’ successo che un detenuto di etnia rom, in attesa di primo giudizio, assegnato nel carcere di Chieti per colloqui con la moglie, anch’essa detenuta, a seguito di una disposizione di sospensione momentanea di colloqui interni per alcuni casi di positività al Covid fra detenuti sia del reparto maschile che del reparto femminile, in tarda mattinata ha dato in escandescenza, minacciando il personale di Polizia con un coltello rudimentale e scagliando con violenza uno sgabello in legno contro un Sovrintendente, intervenuto per riportare all’ordine la situazione. Il collega, per fortuna, non ha subito lesioni perché lo sgabello si è frantumato contro il cancello di sbarramento della sezione”.
“La cosa grave”, denuncia, “è che dopo questo episodio, la direzione del carcere ha fatto marcia indietro sulla sospensione momentanea dei colloqui interni e li ha consentito proprio al detenuto facinoroso. Il personale ovviamente si trova spiazzato ed incapace di gestire tali e gravi situazioni ed è costretto alla sottomissione della violenza gratuita messa in atto per ottenere ciò che si vuole. Altra cosa grave è che a Chieti le numerose segnalazioni a mezzo di relazioni di servizio da parte del personale di polizia vengono sistematicamente archiviate da parte della Direzione. Non ultimo, un altro detenuto di etnia rom che, nello scorso mese di settembre, ha minacciato un Agente il quale ha segnalato il tutto con tempestiva relazione di servizio ma la decisione di chi è preposto anche alla tutela del personale è stata di archiviazione del procedimento!”
“La grave vicenda porta alla luce le priorità della sicurezza (spesso trascurate) con cui quotidianamente hanno a che fare le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria”. Donato Capece, segretario generale del SAPPE, rivolge “solidarietà e vicinanza al Personale di Polizia Penitenziaria di CHIETI, che ancora una volta ha risolto in maniera professionale ed impeccabile un grave evento critico” e giudica la condotta del detenuto che ha provocato le aggressioni “irresponsabile e gravissima”. Il SAPPE stigmatizza la mancata assunzione di provvedimenti dalla Direzione del carcere di Madonna del Freddo nei confronti dei detenuti che turbano l’ordine e la sicurezza interna, a livello disciplinare e penale. Ma accusa anche il Ministero della Giustizia che non ha assunto e non assume provvedimenti a tutela dei poliziotti penitenziari “sempre più spesso aggrediti, minacciati, feriti, contusi e colpiti con calci e pugni da detenuti e, nonostante, senza alcuna tutela reale della propria incolumità fisica personale. Gli eventi critici contro gli appartenenti alla Polizia Penitenziaria sono aumentati in maniera spaventosa, accentuati anche dalla scellerata vigilanza dinamica delle carceri che è alla base di tutta questa violenza inaccettabile. Rivendichiamo tutele e garanzie funzionali nuovi strumenti che migliorino il nostro servizio bodycam e Taser su tutti nuovi protocolli operativi e soprattutto tutele legali, Parole poche, fatti tanti, e le aggressioni contro la Polizia Penitenziaria continuano. E questo è grave e inaccettabile!”