Un colpo allo spaccio di droga alla vigilia del lungo ponte di Ognissanti ma anche indagini che partono dal ritrovamento nei giorni scorsi, in un’abitazione di Chieti Scalo, di un ‘libro mastro’ contenente i nomi di acquirenti di droga nell’ambito del potenziamento delle attività in ambiente universitario.
È il doppio binario sul quale stanno procedendo i carabinieri di Chieti. Ieri i militari del Nucleo operativo radiomobile hanno arrestato un albanese di 36 anni, domiciliato a Montesilvano, trovato in possesso di mezzo chilogrammo di cocaina. L’uomo era a bordo della propria auto a San Giovanni Teatino quando i militari lo hanno fermato per identificarlo ma, all’improvviso, si è voltato afferrando una busta dal sedile posteriore al cui interno c’era lo stupefacente. L’uomo risulta essere tornato a settembre scorso dall’Albania. Lo stupefacente, del valore di circa 50.000 euro, era presumibilmente destinato allo spaccio fra Chieti e il litorale adriatico, soprattutto in vista del ponte festivo.Il sostituto procuratore della Repubblica di Chieti Lucia Campo ha disposto l’arresto dell’albanese che è stato quindi rinchiuso nel carcere teatino di Madonna del Freddo. Nelle perquisizioni effettuate a bordo dell’auto e nell’abitazione in cui il 36 enne si era sistemato temporaneamente non è stata trovata altra droga. Nelle scorse settimane, invece, i carabinieri della Compagnia di Chieti hanno potenziato l’attività di repressione per frenare il consumo di stupefacenti con numerosi servizi soprattutto nell’ambiente universitario: uno studente fuori sede era stato arrestato e tre giovani di età compresa fra 23 e 30 anni denunciati a piede libero e sono stati sequestrati in circostanze diverse 20 grammi di marijuana. In particolare in un appartamento di Chieti Scalo due ragazzi avevano un elenco con i nomi di numerosi acquirenti e con l’indicazione delle quantità di stupefacente acquistato e il prezzo pagato. Il ‘libro mastro’ è stato sequestrato assieme alla droga e sarà oggetto di ulteriori accertamenti da parte dei carabinieri che potrebbero così ricostruire una più ampia rete del consumo di sostanze stupefacenti.