Nel giorno dello sciopero dei sindacati di base nelle principali piazze italiane, l’esecutivo interprovinciale Cobas di Pescara e Chieti sceglie il capoluogo Teatino per il presidio di protesta contro le politiche dell’esecutivo Draghi.
Politiche, è stato detto, troppo sbilanciate dalla parte delle aziende a discapito dei lavoratori, e di quelle che i manifestanti, che si sono dati appuntamento in corso Marrucino davanti alla Prefettura di Chieti, definiscono riforme peggiorative nel solco di una ristrutturazione produttiva e sociale auspicata dalla governance dell’Unione Europea e dal Fondo Monetario Internazionale, come spiegato anche da Giuseppe Racaniello, dell’esecutivo nazionale Cobas scuola.
«In rappresentanza del comparto scuola sono qui a ribadire l’esigenza di stabilizzare i precari del settore, non soltanto tra il personale scolastico, ma anche tra gli Ata. È inoltre necessario intervenire sulle cosiddette “classi pollaio” e programmare interventi urgenti per migliorare l’edilizia scolastica.»
Il presidio dei Cobas ha raccolto anche le istanze del comparto del lavoro privato, di cui si è fatto portavoce Domenico Ranieri, dell’esecutivo interprovinciale Cobas Chieti Pescara per il lavoro privato.
«Rischiamo di pagare presto lo scotto della crisi del settore dell’automotive, motore trainante dell’economia dell’intero Abruzzo con la concorrenza della manodopera polacca che sta mettendo in allarme gran parte delle aziende operanti nel nostro territorio.»