Tragedia a Chieti Scalo dove ieri sera, uno studente universitario di 29 anni, iscritto alla Facoltà di Medicina dell’Ud’A, è stato trovato morto nella sua abitazione nei pressi del Villaggio Mediterraneo
Si è tolto la vita a 29 anni probabilmente perché non reggeva più il peso di non aver raggiunto il traguardo della laurea e dunque di potersi avviare sulla strada del lavoro. Il giovane, originario di Manduria in provincia di Taranto, viveva a Chieti Scalo con la sorella e studiava Medicina alla D’Annunzio: ieri pomeriggio è stata proprio la sorella, rincasando, a trovarlo oramai privo di vita, i soccorritori non hanno potuto fare altro che constatare il decesso. Fratello e sorella condividevano un’abitazione a poche centinaia di metri dal campus universitario dove hanno sede le facoltà mediche, nel Villaggio Mediterraneo, una vita da studenti fuori sede come migliaia di loro colleghi. E, almeno fino a ieri, nessun segnale che lasciasse presagire un simile epilogo, fino alle 16 quando la sorella aprendo la porta di casa ha trovato il corpo ormai senza vita. Alle 42 pagine di un block notes, che la Pattuglia della Volante, una volta sul posto con la Polizia Scientifica per i rilievi, ha trovato in casa, lo studente ha affidato quelle che possono essere considerate le motivazioni alla base del gesto e che provano a spiegare una vita che lui stesso avrebbe definito “inconcludente e inutile”. Il mancato raggiungimento del traguardo della laurea in Medicina avrebbe amplificato una situazione di sofferenza che probabilmente aveva maturato da un po’.
“Io e il direttore generale abbiamo raggiunto l’obitorio per portare la nostra vicinanza ai familiari, ma non siamo riusciti ad incontrarli. Chiedono la massima riservatezza in questo momento e lo rispettiamo, ma ci teniamo comunque ad esprimere la vicinanza di tutta l’università”. Lo dice il rettore in carica dell’Università ‘D’Annunzio’ di Chieti-Pescara, Sergio Caputi, a proposito dello studente 29enne di Manduria, in provincia di Taranto, iscritto a Medicina, che si è suicidato ieri. “Dal punto di vista didattico – aggiunge il rettore – la situazione del ragazzo non era drammatica: aveva superato brillantemente un esame a gennaio e poi un parziale. Non si era mai rivolto agli psicologi di ateneo. Rimango senza parole di fronte a quanto accaduto. Credo che il periodo dell’emergenza Covid-19 abbia fatto gravi danni negli studenti e nei giovani. Ora viviamo il rimbalzo di quel periodo, che è stato drammatico”.