Una pubblica diffida al Comune di Chieti “perché non vengano firmate convenzioni illegittime” arriva da Wwf , Confcommercio, Confesercenti e Cna sul progetto del centro commerciale “Megalò 3”, già al centro di un’articolata vicenda giudiziaria e amministrativa che ha portato alla bocciatura del progetto.
In particolare, le quattro associazioni “invitano l’amministrazione municipale di Chieti, e in particolare l’assessore all’urbanistica, a emettere un atto di indirizzo politico che inibisca la firma del dirigente di qualsiasi convenzione urbanistica relativa al progetto Akka, ovvero la società a cui fa capo l’iniziativa, ed eventuali altri progetti della medesima area”.
Secondo le associazioni “è prioritario il ripristino dei luoghi modificati con un riporto di terra, e con le modifiche al Psda l’area su cui dovrebbe sorgere l’insediamento è divenuta inedificabile”.
“L’area in questione, come è noto, – sottolineano le quattro associazioni – ha subito anni fa pesanti trasformazioni a causa di un massiccio riporto di terra: la ditta Akka deve per questo provvedere al ripristino dei luoghi, senza il quale l’area risulta inibita a qualsiasi attività di trasformazione e/o edificatoria. Ad oggi non risulta che i lavori siano stati eseguiti e senza tale ripristino ogni eventuale convenzione urbanistica sarebbe palesemente illegittima. Ed evidenziano che ci sono molte altre ragioni che rendono impossibile, nel rispetto della normativa in vigore, stipulare una convenzione urbanistica. Ovvero la Regione Abruzzo ha nel 2019 e nel 2021 modificato due volte il Piano Stralcio Difesa Alluvioni e tali modifiche hanno esteso notevolmente le aree con pericolosità P4, quella massima, che, anche se il Comune non ha sinora operato le necessarie sovrapposizioni cartografiche, interessano anche l’area di Megalo’ 3 che diviene per questo inedificabile. Inoltre i provvedimenti ambientali resi nell’ambito del procedimento urbanistico e precisamente la V.A.S., il parere paesaggistico, il parere V.I.A. vanno sottoposti a riesame il che impedisce, con ciò solo, la stipula di una convenzione urbanistica attuativa. Secondo le quattro associazioni, poi , gli aspetti di rilevanza ambientale costituiscono gravi fatti sopravvenuti che rendono l’intervento carente di interesse pubblico sia per ragioni socioeconomiche sia per la tutela di rilevanti interessi ambientali che riguardano l’area”.