È stato di nuovo rinviato a giudizio, ancora con l’accusa di atti persecutori nei confronti dell’ex fidanzata, la quale lo ha denunciato almeno una trentina di volte ma lui l’ha presa di mira anche quando si è trovato agli arresti domiciliari, sempre per stalking nei suoi confronti. Della vicenda si era occupato il programma ‘Le Iene’.
Protagonista della vicenda un uomo di 58 anni della provincia di Chieti che, peraltro, nei mesi scorsi era stato condannato a tre anni e sei mesi di reclusione, sempre con l’accusa di atti persecutori nei confronti della donna e che questa mattina è stato rinviato a giudizio dal giudice dell’udienza preliminare del Tribunale di Chieti, Andrea Di Bernardino, prima udienza il 27 marzo del 2023. L’ex fidanzata si è costituita parte civile e chiede un risarcimento dei danni di 10.000 euro.
L’uomo ha seguito l’udienza in video conferenza dal carcere di Pescara dove si trova in custodia cautelare per aver violato dapprima il divieto di avvicinamento, quindi per aver violato gli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico nell’ambito del procedimento per stalking.
Nell’imputazione che lo ha fatto finire sotto processo questa volta, la Procura gli contesta che benché agli arresti domiciliari nell’ambito di un altro procedimento penale sempre per lo stesso reato ai danni dell’ex fidanzata, utilizzava Whatsapp e Facebook pubblicando frasi e messaggi, alludendo in un caso all’auto che la donna aveva acquistato proprio quel giorno, lasciando così intendere che essere ancora a conoscenza di particolari della vita di lei. Oppure pubblicando sul proprio profilo atti di un procedimento penale a carico della donna con relativo commento “Lo sanno le Iene e i figli di Sandra che mamma hanno”. In un’altra occasione, sempre secondo l’accusa, inviò alla donna in forma anonima un mazzo di fiori accompagnato ha un biglietto su cui aveva scritto “Amarti è stato facile, dimenticarti sarà difficile, sei la mia vita, un bacio”. E ancora: pur non avendo più cellulari, che gli erano stati sequestrati, si procurò un telefono cellulare e, sempre in forma anonima, le fece numerose telefonate, anche di notte, inviandole anche messaggi ingiuriosi. Condotte che, sempre per l’accusa, cagionavano alla donna un perdurante è grave stato di ansia.
Della vicenda si era occupato il programma ‘Le Iene’.