È andato in scena ieri al teatro Marrucino di Chieti lo spettacolo “Lu Vinirdì Ssante a Chiéte”, liberamente tratto dal dramma dialettale scritto da Aurelio Bigi
Il testo di Bigi ripercorre la storia della Processione del Cristo Morto, tra fede e tradizione. A presentare lo spettacolo, liberamente tratto dal testo di Bigi, è stata la Scuola di Recitazione del Teatro Marrucino. Regia di Giuliana Antenucci, con Paola Cosentino, Giovanna De Crecchio, Francesca Di Girolamo, Paolo Manente, Silvana Marrone, Annalisa Michetti, Maria Cristina Stumpo. Costumi di Mariella Artizzu.
Il dramma è stato scritto da Aurelio Bigi nel 2020 ed è stato rappresentato la prima volta il Mercoledì Santo del 2023, sempre al Teatro Marrucino, dalla stessa Scuola di Recitazione.
L’opera di Bigi ricorda come venivano vissute le fasi delle preparazione e della partecipazione alla Processione agli inizi degli anni Cinquanta. La storia si sofferma sui momenti topici dell’evento religioso: dal Miserere di Selecchy alle tradizioni e alle superstizioni che lo circondavano. Nel giorno del Venerdì Santo le radio dell’epoca trasmettevano solo musica classica. I cinema e i teatri erano chiusi, molti praticavano il digiuno. I rumori dei trick track (crotali) sostituivano le campane che erano state “legate” dal giovedì sera, gli agnelli venivano appesi in vetrina con infilzate le bandierine della resurrezione. Al termine della Processione le bandierine venivano date ai bambini.
Tra le immagini del tempo figurano anche la lunga fila degli allievi del Seminario Diocesano e del Seminario Regionale, il Capitolo che indossava le mozzette col cappuccio di pelliccia, l’Arcivescovo che sfilava con un mantello dalla lunga coda, i fedeli che si inginocchiavano al passaggio del Cristo Morto e si toglievano i guanti in segno di rispetto, ma soprattutto il silenzio assoluto durante tutta la Processione.
Ieri sera lo spettacolo, andato in scena gratuitamente alle 18, è stato introdotto dal presidente del CdA della Deputazione Teatrale Giustino Angeloni.