Slitta all’ultimo momento il consiglio comunale su Teateservizi. La maggioranza ritira la delibera per trasformare la società pubblica in una società mista pubblico-privato: “Servono maggiori approfondimenti”, dicono dal Comune. Esulta il consigliere regionale Mauro Febbo (FI) che il giorno prima aveva chiesto il ritiro della delibera. I sindacati revocano lo sciopero
Rinviato di qualche giorno il Consiglio comunale di oggi pomeriggio su Teateservizi, al fine, si legge in una nota del Comune, “di condurre un maggiore approfondimento sugli atti in esame”. La delibera che sarebbe dovuta arrivare in aula avrebbe dato il via libera alla trasformazione della società pubblica in una società mista, con la cessione del 49% delle quote al privato. Il secondo punto all’ordine del giorno riguardava invece la richiesta di autorizzazione per la realizzazione e l’esercizio di un impianto di messa in riserva di rifiuti urbani e speciali non pericolosi per Formula Ambiente.
“Procediamo al ritiro delle delibere per una serie di motivazioni. Non è una marcia indietro”, dicono il sindaco Diego Ferrara e il presidente del Consiglio comunale Luigi Febo, l’obiettivo che vogliamo perseguire è quello di arrivare a una scelta condivisa e ampiamente collegiale su due argomenti importanti per la città. Il testo di entrambi i provvedimenti sarà dunque oggetto di un ulteriore approfondimento, questo a fronte anche del confronto nato in sede di Commissione. In merito a Teateservizi, si procederà a uno “spacchettamento” del contenuto dell’atto, ricorrendo alla competenza sia della Giunta e sia del Consiglio. Rimane fermo il contenuto della delibera principale che prevedeva la proroga del servizio in coerenza con il concordato, con l’impegno al mantenimento dell’aggio del 2 per cento e rinviando all’approvazione del bilancio stabilmente riequilibrato ulteriori adempimenti. Intanto oggi diventa ufficiale la determina che consentirà il proseguimento dei contratti per quanto riguarda i servizi cimiteriali, che passano a carico dell’ente dal primo luglio”.
Di fronte a questa situazione i sindacati hanno revocato lo sciopero previsto per domani.
Soddisfazione è stata espressa dal capogruppo forzista in Consiglio regionale Mauro Febbo e dai consiglieri comunale Maurizio Costa e Damiano Zappone che il giorno prima avevano chiesto il ritiro e la modifica della delibera.
“Prendiamo atto con soddisfazione della decisione dell’amministrazione comunale”, dicono, “che sulla delibera riguardante il futuro di Teateservizi ha avuto un provvidenziale ripensamento. Apprezziamo inoltre che si voglia andare avanti in modo responsabile su questa vicenda, seguendo un nuovo percorso, evitando il fallimento della società che avrebbe comportato un danno per le 40 famiglie coinvolte e una iattura per l’intera città con danni incalcolabili. Fermo restando che non basta ritirare una delibera ma sarebbe opportuno che chi ha firmato l’atto portandolo in Commissione e chi l’ha forzatamente inserito all’ordine del giorno del Consiglio comunale arroccandosi su posizioni arroganti chiedano doverosamente scusa alla città e se, ne avessero il coraggio, valutassero l’opportunità di dimettersi. Se non fosse stato per la presa di posizione di denuncia forte intrapresa da Forza Italia l’amministrazione comunale sarebbe andata avanti con l’approvazione di un documento qualificabile come “carta straccia” che offende magistrati, professionisti, come il commissario liquidatore Luca Di Iorio e il commissario giudiziale Cristiano Maria Corvi oltre che tutti i cittadini. Ora non ci resta che attendere di leggere gli atti sostitutivi della “scellerata” delibera ritirata”.
Interviene anche il gruppo consiliare Lega che pure aveva attaccato duramente la maggioranza di centrosinistra.
“Il testo della delibera”, dicono Mario Colantonio, Fabrizio Di Stefano, Liberato Aceto ed Emma Letta, “è stato fin da subito fortemente criticato anche da questo gruppo consiliare poiché ritenuto ormai tardivo ma soprattutto inapplicabile perché prevedeva al suo interno una vera e propria modifica statutaria con la messa in vendita del 49% della società partecipata a privati, ma soprattutto senza alcuna tutela o prospettiva per il futuro dei lavoratori. In due giorni anche un duro attacco dei sindacati con giuste rivendicazioni per i lavoratori della Teateservizi hanno sgretolato il provvedimento”.