Comune Chieti: irregolarità presidenza, minoranza dal Prefetto. La replica del Pd

Una segnalazione con richiesta di incontro al Prefetto, per quelle che vengono definite gravi irregolarità facenti capo alla Presidenza del consiglio comunale “che impediscono il dibattito politico e democratico”, è stata firmata e inviata al Prefetto di Chieti, Mario Della Cioppa, da tutti i consiglieri comunali di minoranza di Chieti. La replica del Gruppo Partito Democratico Chieti

I firmatari sono Serena Pompilio, Fabrizio Di Stefano, Mario Colantonio, Liberato Aceto, Emma Letta, Maurizio Costa, Bruno Di Iorio, Giampiero Riccardo, Carla Di Biase, Giuseppe Giampietro e Roberto Miscia. Questi ultimi chiedono l’intervento del Prefetto “a sostegno
della dialettica politica libera e democratica”. “Si denuncia l’ennesimo atto antidemocratico perpetrato dal Presidente del Consiglio – si legge in un comunicato dei gruppi di opposizione. Presidente che non assolve, o non sa assolvere, quel ruolo super partes che dovrebbe ricoprire adottando di volta in volta atti in totale contrarietà al regolamento comunale che vedono Commissioni annullate e lasciate immobili senza presidenti per mesi, documentazione sistematicamente non consegnata contrariamente ai principi di trasparenza, consigli comunali convocati con urgenza senza averne i requisiti, capigruppo spostate nottetempo. Presidente del Consiglio – concludono i consiglieri- evidentemente impegnato in altro sempre assente negli Uffici di Presidenza per assolvere al proprio ruolo”.

I consiglieri del Gruppo Partito Democratico Chieti, Di Giovanni, Di Roberto, Paci e Iacobitti in una nota replicano alle forze di opposizione sul ruolo e lavoro del Presidente Luigi FEBO

“Rigettiamo e deploriamo gli attacchi nei confronti del Presidente del Consiglio cui confermiamo fiducia politica e rispetto istituzionale”. Di fronte al reiterarsi di gratuiti ed ingiustificati attacchi giornalistici dell’opposizione consiliare teatina, che non smentisce se stessa in quanto a populismo e demagogia, il Gruppo PD di Chieti fermamente rigetta le accuse rivolte al Presidente del Consiglio Luigi FEBO, cui conferma altresì massima fiducia politica e rispetto istituzionale. Accuse, quelle dei gruppi di opposizione che strumentalmente si rivolgono ad altre figure Istituzionali costringendole ad esposizioni giornalistiche magari indesiderate, non solo infondate in quanto al merito, bensì da noi ritenute verosimilmente, ma volutamente, lesive dell’immagine pubblica ed istituzionale del Presidente del Consiglio. Presidente che mai ha abdicato al suo ruolo super partes, ma che viene chiamato in causa e legittimamente interviene proprio ai fini del regolare svolgimento dei lavori di commissione, e sempre nell’interesse dell’efficienza ed efficacia dell’azione amministrativa.
Se di violazioni e forzature regolamentari si vuol parlare, quelle sono invece da attribuirsi alla gestione della VI Commissione che oggi, per storture politiche non attribuibili al Presidente Febo, è presieduta da un Consigliere di opposizione quale dichiaratamente è Serena Pompilio. Caso sicuramente più unico che raro in tutti i Comuni italiani. Anche i Presidenti di commissione, infatti, hanno un ruolo super partes e sono sottoposti al rispetto delle norme e alle prassi del Regolamento per il funzionamento del Consiglio Comunale. Regolamento che forse non si comprende ancora, oppure che si legge ed interpreta a proprio utilizzo di parte.
Senza voler tediare troppo i nostri concittadini, ma per dovere di trasparenza e correttezza nei loro confronti, vale la pena dunque specificare che il Regolamento del Comune espressamente prevede che sia il “Presidente del Consiglio ad affidare gli affari alle commissioni” e che “se un affare ricadde nella competenza di più commissioni è lui a disporne l’assegnazione in seduta congiunta”. Nello specifico, sebbene sia in capo al Presidente di commissione la prerogativa della convocazione, questa stessa prerogativa è data al Presidente del Consiglio, dal che la prerogativa della revoca, peraltro non specificamente contemplata, con identica reciprocità di competenza e ruolo. Soprattutto il nostro Regolamento chiaramente dice che “qualora sussista una manifesta complessità nel poter esaurire con una sola seduta un determinato argomento, il Presidente di commissione, preventivamente, concorderà un calendario di lavoro con il Presidente del Consiglio finalizzato a contenere il numero delle sedute nei limiti di quelle ritenute strettamente necessarie”.
Tutte queste disposizioni, in particolare l’ultima che assume particolare importanza in un Comune in pre-dissesto, non solo indicano i criteri e le prassi da seguire per il buon funzionamento degli organi amministrativi, ma palesano la leale collaborazione richiesta e dovuta da tutti, opposizione compresa, proprio per rispetto di quei princìpi democratici cui la minoranza si appella, ma che per prima non rispetta. Dunque, ciò che potremmo dire è che la Consigliera Pompilio, che tutto fa tranne che collaborare e condividere il suo operato rispettando le disposizioni sopra ricordate, utilizza il suo ruolo con mere finalità di parte politica, e che l’eco e la sponda degli altri consiglieri di opposizione sono banali ed infantili polemiche sul nulla che hanno il solo scopo di delegittimare la maggioranza che guida la città.
Non può infatti che inquadrarsi in questo modo anche il voler nuovamente tirare in ballo l’Assessore Maretti che gode appieno della fiducia non solo del Sindaco, ma anche dei gruppi consiliari. Giacché il Regolamento dalla stessa proposto in Commissione, dove ricordiamo non c’è funzione deliberativa vincolante, dopo aver passato il vaglio in Giunta è stato ampiamente condiviso e discusso già in due sedute di commissione, se proprio di imposizioni ed autarchia si vuole parlare, questa va attribuita alla consigliera Pompilio che nonostante sapesse dell’impossibilità a parteciparvi sia della stessa Assessore Maretti, quanto di diversi consiglieri di maggioranza, non ha voluto riconcordare una data diversa da venerdì 19 gennaio né con la dott.sa Ianiro, né con il Presidente Febo. Rivendicare Democrazia quando deliberatamente si impongono riunioni in date non condivise, ma che anzi escludono la partecipazione di altri, non solo è ridicolo, ma improponibile. Bene dunque ha fatto il Presidente Luigi Febo a salvaguardare non solo il diritto di ogni consigliere e dell’assessore proponente a partecipare, ma a disporre la revoca di una seduta, non preventivamente calendarizzata e concordata, ma che avrebbe visto solo la corresponsione di un gettone di presenza inopportuno per il Comune, ma evidentemente utile per altri. Conclude la nota del Pd.