“Su 57 carenze ne sono state assegnate solo 16. Restano scoperte 41 su una popolazione di circa trentamila assistiti. Il problema si sarebbe potuto risolvere se la classe politica avesse dato ascolto al grido di allarme che noi, come sindacato Fimmg, stiamo denunciando ormai da anni”.
La pletora di laureati in medicina che abbiamo avuto negli anni ’80, oggi ha raggiunto l’età della pensione. Dopo la pandemia, molti, anzichè aspettare il settantesimo anno di età, stanno anticipando, perchè è loro consentito, la pensione a 68 anni.
Dopo la laurea, per poter diventare medico di famiglia, bisogna fare un corso di formazione triennale. Sono corsi finanziati a livello regionale. Stiamo dicendo da anni agli amministratori della Regione, vecchi e nuovi, di formare più medici altrimenti le carenze non saranno coperte.
Questo, purtroppo, non è avvenuto. Da oggi in poi il problema aumenterà sempre di più perchè nel 2023 ci sarà un’ulteriore ondata di pensionamenti. La popolazione che si troverà senza medico sarà sempre maggiore. Saranno penalizzate soprattutto le popolazioni dell’interno.
Gli ospedali di Chieti e Pescara (doppioni) a distanza di 13 km. verranno ad avere un deficit di bilancio determinato anche e soprattutto dalla bolletta energetica. Bisogna, dunque, prendere provvedimenti, altrimenti le risorse non ci saranno. E questo sarà l’inizio del nuovo commissariamento della Regione Abruzzo”.