Crollata la parete della lunetta dell’abside nella chiesa di Madonna del Carmine, a Lanciano. I timori di un possibile crollo per la frana in atto nella contrada purtroppo sono diventati realtà.
Nei giorni scorsi ad accorgersi del danno l’equipe diocesana dei beni ecclesiastici con alcuni tecnici incaricati dal Comune per analisi e rilievi sulla collina, durante un sopralluogo, visto che la Curia di Lanciano-Ortona aveva deciso di monitorare l’edificio per crepe e lesioni che l’avevano colpito e capire se si potevano fare dei lavori e come intervenire. L’arcivescovo Emidio Cipollone il 6 dicembre 2022, diventate evidenti le lesioni, con dolore, infatti decise di chiudere la chiesa di Nostra Signora del Carmelo “per motivi di sicurezza, per salvaguardare l’incolumità dei fedeli, dopo un sopralluogo fatto dall’ufficio diocesano per i Beni Culturali ecclesiastici viste le condizioni precarie” e di avviare il monitoraggio di un anno, puntellando la struttura e sistemando 15 fessurimetri bilineari, per seguire l’evoluzione del dissesto.
E l’esito del monitoraggio, delle analisi dell’architetto Maria Paola Cocco e dell’ingegnere Camillo Pantalone è stato negativo. “C’è stato un repentino aumento della velocità di apertura delle lesioni dall’inizio del monitoraggio fino a dicembre 2023. Addirittura il fessurimetro n° 12 è stato ritrovato a terra e il suo valore è stato considerato pari al massimo dei valori riscontrati (7.50 mm). Dai dati appare evidente come il dissesto sia in fase attiva ed in rapida evoluzione”, hanno evidenziato i professionisti, “7 valori su 15 hanno spostamenti maggiori o uguali a 7millimetri e per tutti i punti l’ultimo aumento rappresenta non meno del 50% dello spostamento totale”.
Significa che era in pericolo la tenuta stessa della Chiesa. “La sua capacità di resistenza è già notevolmente compromessa, è a rischio di danni irreparabili che potrebbero portare al collasso di tutto o parte del manufatto con una perdita, oltre che di un polo identitario per gli abitanti della zona, anche di opere d’arte di un certo pregio”, hanno aggiunto i tecnici. E il collasso è purtroppo arrivato, nella parte dell’abside.
“Abbiamo fatto quanto era nelle nostre possibilità e anche oltre”, dicono don Domenico Di Salvatore, direttore dell’ufficio per i beni culturali e l’edilizia di culto della diocesi, e l’ingegnere della curia Angelo Di Monte. “Eravamo anche pronti ad un intervento di restauro fermato quando ci è stato detto che sarebbe stato inutile perché il problema è causato da una frana in atto lungo il fianco della collina, conosciuta a Palazzo di città da tempo e non era un problema “limitato” alla chiesa. Abbiamo incontrato il Comune, che ora ha avviato dei sondaggi e chiesto intervento del genio civile, ma nulla. Ora c’è una profonda tristezza ma, in fondo al cuore, resta la speranza che insieme si possa trovare una soluzione”.