Nessuna attenuante per l’assassino del musicista Fausto Di Marco, sgozzato in strada a Chieti scalo, con il collo di una bottiglia rotta. La Corte d’Assise d’Appello di Perugia ha condannato a 30 anni Emanuele Cipressi ritenuto responsabile dell’omicidio volontario. Era il 9 ottobre del 2016.
È il massimo della pena prevista con il rito abbreviato. Il caso dell’omicidio del musicista teatino è arrivato davanti ai giudici perugini dopo che la Cassazione, a seguito della riduzione della condanna a 16 anni decisa in secondo grado, aveva annullato l’aggravante “dell’uso del mezzo insidioso” e rinviato ad un nuovo giudizio l’eventuale concessione delle attenuanti generiche. Queste ultime erano state riconosciute dalla Corte d’Assise d’Appello dell’Aquila ma ritenute “carenti di un’adeguata motivazione”. Dal processo bis il no al beneficio con la pena tornata a 30 anni, la stessa che era stata inflitta in primo grado dal Tribunale di Chieti. L’avvocato del Cipressi ha annunciato ricorso.