La sala operativa della Capitaneria di porto di Ortona ha coordinato, nel fine settimana scorso, le operazioni di soccorso ad un marittimo 51enne colto da malore a bordo di una nave di bandiera italiana a circa 22 miglia di distanza dalla costa ed in navigazione verso Malta
Erano appena trascorse le 18.30 di sabato quando la sala operativa della Guardia costiera di Ortona ha ricevuto una chiamata radio da parte del Comandante di una nave, nella quale si richiedeva un intervento urgente per via della presenza di un marittimo straniero di 51 anni che presentava parametri vitali eccessivamente fuori controllo. Dopo aver messo in contatto la nave con il CIRM, il “Centro internazionale radio medico”, una fondazione istituita appositamente per prestare assistenza medica, via radio, ai marittimi imbarcati su navi prive di medico a bordo, la sala operativa della Capitaneria di porto allertava il locale 118 per la predisposizione di un equipaggio paramedico da imbarcare sulla propria motovedetta SAR (search and rescue).
Provvidenziale l’intervento della motovedetta CP 2115, con a bordo il personale ASL, che in poco meno di un’ora è riuscita a raggiungere la nave al largo e recuperare il marittimo al quale sono state prestate le prime cure direttamente durante la navigazione di rientro in porto. L’operazione di affiancamento della motovedetta alla nave è stata portata a termine non senza difficoltà, sia per la presenza, in mare aperto, di onde e vento che hanno condizionato la manovra, sia per via di un notevole dislivello tra fiancata della nave e fiancata della motovedetta che ha reso necessario, per il trasbordo della barella con il malcapitato, l’impiego della gruetta di bordo. Una volta giunti in porto, il personale del 118 ha immediatamente trasferito, in ambulanza, il marittimo presso l’ospedale di Chieti.
Particolarmente preziosa si è rivelata, per l’occasione, proprio la presenza di personale del 118 a bordo delle motovedette della Guardia costiera, operazione che viene resa possibile a livello locale in forza di un protocollo d’intesa con la ASL regionale.