Avevano messo in piedi un’associazione a delinquere per poter truffare l’Inps attraverso falsi contratti di lavoro grazie ai quali incassavano le indennità di disoccupazione. E’ la truffa scoperta al termine dell’inchiesta “Naspi”: tra i sei ideatori della truffa un commercialista di San Salvo
Si tratta di un’inchiesta portata avanti dal 2018 dalla Procura di Campobasso insieme ai Carabinieri del Nucleo operativo del capoluogo e a quelli dell’Ispettorato del lavoro. L’indagine ha portato all’esecuzione di sei misure cautelari con l’obbligo di dimora, chieste dalla Procura e concesse dal Gip, e al sequestro di denaro e beni immobili per 300mila euro, a tanto ammonta la cifra secondo gli investigatori sottratta all’Inps. I destinatari delle misure restrittive sono tre commercialisti, un consulente legale e due imprenditori.
Sono 53 le persone denunciate. Sette le società coinvolte, 4 in provincia di Campobasso, 3 in quella di Isernia. Tra i comuni nei quali sono state eseguite le misure cautelari ci sono Trivento e Roccavivara (Campobasso).
L’inchiesta è partita da una segnalazione della Direzione regionale dell’Inps che aveva riscontrato anomalie nelle pratiche di disoccupazione per una cinquantina di lavoratori dipendenti delle società poi coinvolte nelle indagini. I dettagli dell’inchiesta sono stati resi noti in conferenza stampa al Comando provinciale dei Carabinieri, tenuta dal procuratore Nicola D’Angelo, dal comandante provinciale dei Carabinieri, Luigi Dellegrazie, e dal direttore regionale vicario dell’Inps Fabrizio Giorgilli.
Al termine delle indagini è emerso che per richiedere all’Inps le indennità di disoccupazione non dovute era stata creata una rete di società, di fatto non operanti, utilizzate per assumere e licenziare dipendenti per i quali poi veniva richiesta l’indennità assistenziale.
Tra i 53 indagati ci sono numerosi dipendenti delle società coinvolte. La posizione di alcuni di loro è oggetto di accertamenti, essendo emerso che in alcuni casi sono stati utilizzati i nomi di persone estranee alla truffa.
Tra le accuse contestate, oltre all’associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni dell’Inps, ci sono anche falsità ideologica e falsità materiale aggravata e continuata.