Alessandro Fantini torna a casa, in occasione del 60° anniversario della sua tragica morte. Fossacesia e l’Abruzzo intero pronti ad abbracciare un grande uomo di sport mai dimenticato.
Le spoglie arriveranno a Fossacesia sabato 4 settembre, nella cappella di famiglia, dove sarà inaugurato un cippo in sua memoria. Domenica 5 la partenza della corsa dedicata alla categoria Allievi.
Lo straordinario appuntamento per tutta la comunità che dopo 60 anni riabbraccerà il suo “Sandrino”, è stato presentato stamattina in conferenza stampa nella sala consiliare del Comune di Fossacesia, alla presenza del sindaco Enrico Di Giuseppantonio, dell’assessore allo Sport Maura Sgrignoli, del direttivo dell’Associazione Ciclistica “Fantini”, composto dal presidente Antonio Cimini, dal vice Giordano Spoltore e dal segretario Mariano Fantini.
La manifestazione, in programma a Fossacesia sabato 4 e domenica 5 settembre, prevede un convegno, la proiezione di un documentario sulla vita del campione, una rappresentazione teatrale e la partenza del Gran Premio Alessandro Fantini, gara che vedrà la partecipazione di rappresentative giovanili della categoria Allievi provenienti da tutta Italia. Ma il momento di maggior pathos emotivo ci sarà con il ritorno da Brescia delle spoglie del campione, alla cappella di famiglia nel cimitero di Fossacesia dove sabato alle 17,00 sarà inaugurato un cippo in sua memoria. Dopo 60 anni, il campione indimenticato, finalmente, tornerà a casa. La società ciclistica “Alessandro Fantini”, proprio dal 1961 ha onorevolmente assunto il suo nome, in un legame indissolubile e nella promozione di competizioni ciclistiche dedicate soprattutto ai giovani. Ogni anno il “Gran Premio Alessandro Fantini” è appuntamento fisso per gli “allievi” di tutta Italia, nella competizione più longeva della penisola.
“Sandrino”, come amorevolmente era chiamato, nacque a Fossacesia il 1° gennaio 1932. Fu ciclista di grande talento ed espresse tutto il suo valore negli anni d’oro della sua attività, a cavallo tra il 1948 e il 1961. Numerosi furono i successi in competizioni nazionali ed internazionali. In particolare: sette vittorie di tappa al Giro d’Italia e due al Tour de France. Fu più volte maglia azzurra e, per nove giorni, maglia rosa. Ma Alessandro Fantini, per la sua terra d’origine, oltre ad essere un atleta dalle innegabili qualità è stato soprattutto simbolo di affermazione personale e di riscatto. Un corridore determinato e generoso, che trovò spazio nelle cronache nazionali per i suoi meriti, fatti di sudore e sacrificio, tanto da diventare un esempio per tutta la nostra regione. Morì a Treviri, in Germania, il 5 maggio del 1961, in una tragica “volata” che era la sua specialità. Destino crudele che però ha reso il suo ricordo ancora più forte e commovente. Dopo la sua morte fu tumulato a Brescia, la sua città d’adozione, ma il desiderio di riportarlo nella terra natia è stato sempre molto forte. Sabato prossimo questo proposito diventerà realtà.