Incendio di vaste proporzioni divora intero capannone della “Butterfly Farm”, a Città Sant’Angelo (zona San Martino). Andata completamente distrutta la struttura adibita a serra e museo naturalistico. 5 squadre di vigili del fuoco a lavoro sul posto. Si ipotizza il cortocircuito.
Ben 5 le squadre di vigili del fuoco impegnate da oltre un’ora per circoscrivere l’incendio che ha divorato un capannone adibito a serra florovivaistica sul fiume Saline, in territorio di Città Sant’Angelo. Altissima e densa la colonna di fumo nera sprigionata dal materiale andato a fuoco.
Si ipotizza un cortocircuito all’interno della serra. Al momento dell’incendio pare non vi fosse nessuno all’interno della struttura.
Diverse abitazioni, nelle immediate vicinanze del capannone andato in fiamme, sono state evacuate a titolo puramente precauzionale: anche il traffico automobilistico è stato deviato per agevolare i mezzi di soccorso, ma soprattutto per evitare che quel fumo nero venga respirato da chi si trova a passare nei paraggi. Sul posto anche carabinieri e polizia provinciale.
Mentre vi scriviamo un elicottero della Polizia sta sorvolando l’area dell’incendio. Al lavoro anche tecnici dell’ARTA per campionare il materiale andato distrutto ed effettuare specifici rilievi a fumo e terreno.
Manovre molto delicate, quelle ancora in corso in questi minuti, per il timore della presenza di un serbatoio di gasolio all’interno della struttura.
Con una apposita ordinanza, rivolta a chiunque abiti o lavori in zona, il sindaco Florindi -su disposizione dell’ARTA- impone, fino a diversa indicazione, di tenere porte e finestre ben chiuse ed evitare di stare in cortili e giardini.
Anche il sindaco di Montesilvano, Francesco Maragno, raccomanda di tenere chiuse porte e finestre e di non raccogliere frutta e insalata da orti e coltivazioni.
Recensita anche su diversi siti di turismo e cultura, la ‘Butterfly Farm’ nasce come Centro di educazione ambientale: tante le scolaresche che hanno avuto modo di apprezzarvi al suo interno meravigliose farfalle provenienti da tutto il mondo. Un’idea nata per ricreare un piccolo angolo di ambiente tropicale in una regione verde come l’Abruzzo senza intaccare in alcun modo la biodiversità dell’ecosistema esistente. La struttura pare non ospitasse più le farfalle da due anni circa.
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