Comitato Strada Parco Bene Comune: “Segnaletica verticale fuori luogo e fuori contesto”

È comparso ieri sulle banchine di sosta lato monte di via Gioberti e di via Cadorna il segnale che annuncia la “fermata a richiesta” (rispettivamente 107 e 235) di un autobus privo delle aste di captazione dell’energia tipiche del filobus Van Hool Exqui.City18T, acquistato in sei esemplari per l’impiego in modalità TRM ad “alto livello di servizio” sulla Strada parco Montesilvano-Pescara.

Giova ricordare- scrive in una nota stampa il Comitato Strada Parco Bene Comune – che la Filovia di Pescara è stata finanziata dalla Legge n. 211/1992 sul trasporto rapido di massa (a guida vincolata e a tecnologia innovativa). In casi eccezionali, sono state finanziate anche filovie convenzionali (come, ad esempio, quelle di Lecce e Avellino). Ma, nel caso di Pescara, il “Nulla Osta Tecnico” a fini di sicurezza (rilasciato dall’apposita Commissione il 3 novembre 2020 con nove prescrizioni per la gran parte insuperabili), riguarda un sistema TRM che ha smarrito – nel corso del tempo lunghissimo del procedimento – sia la guida magnetica vincolata sia l’accostamento a raso alle banchine di fermata, a causa del fallimento del costruttore olandese del Phileas, sopravvenuto il 25 novembre 2014. Posto che la guida magnetica – prosegue la nota del Comitato – non aveva potuto conseguire l’omologazione del ministero dei trasporti in alcuno dei Paesi dove era stata a lungo sperimentata, Tua spa, anziché risolvere il contratto per “sopravvenuta impossibilità ad adempiere”, ha scelto malamente – dopo mille tentennamenti – una transazione a perdere che la obbligava all’acquisto incauto di un vettore sostitutivo a guida manuale libera, con grave pregiudizio per l’efficienza del sistema e la sicurezza della circolazione. Per stessa ammissione pubblica della direzione aziendale, si è pertanto determinato lo svilimento tecnico dell’impianto TRM (atteso dai pescaresi dal 1997), trasformato in corso d’opera in un sistema TPL urbano di prossimità condizionato da tempi lunghi di percorrenza e bassa velocità commerciale per nulla attrattiva sull’utenza. Il che comporterà l’annullamento del provvedimento citato e l’adozione di un nuovo “NOT” che, nel prendere atto delle diverse condizioni trasportistiche, certifichi le modifiche sostanziali apportate all’impianto attraverso un doveroso riesame del Cipess funzionale alla riduzione pro quota del finanziamento approvato nel 1995 per 60 miliardi di vecchie lire. Oggettivamente troppi (fuori luogo e fuori contesto), per una linea convenzionale di autobus in servizio urbano di prossimità. Tanto rumore per nulla. Ciò premesso e considerato – conclude la nota – Tua spa è pregata vivamente di spiegare alla cittadinanza le ragioni sottostanti alla scelta aziendale di impiegare autobus convenzionali su un’infrastruttura viaria elettrificata destinata in via esclusiva al passaggio dei filobus Van Hool: ancorché fuori produzione dall’8 aprile scorso a causa del fallimento per bancarotta del costruttore belga. Fallimenti maturati, uno dopo l’altro, a distanza di un decennio nell’indifferenza degli Enti territoriali interessati all’opera e degli stessi Organi di rigore e controllo.