Sul tema agricoltura è emersa una situazione di criticità generalizzata, con il rischio di un “disastro ambientale” in alcune aree ben precise, come quella del Fucino
Il tema agricoltura e il rischio disastro ambientale nel Fucino, la situazione della provincia di Teramo con l’audizione del neo presidente Camillo D’Angelo, la posizione degli utenti, con l’intervento del Comitato Cittadini Uniti – delegazione di Spoltore. Questi i contenuti della seduta di ieri della Commissione d’inchiesta sull’Emergenza Idrica in Abruzzo che si è svolta, come di consueto, nel palazzo del Consiglio regionale all’Aquila. “L’audizione di Camillo D’Angelo, neo presidente della Provincia di Teramo e dell’Assemblea dei Sindaci del Servizio Idrico Integrato provinciale a cui va il mio augurio di buon lavoro – afferma la presidente della Commissione d’inchiesta, Sara Marcozzi – è servita per ascoltare il suo punto di vista sulla gestione territoriale della Ruzzo Reti. Il presidente ci ha detto di aver visto un cambio di passo sugli investimenti negli ultimi anni, ma ha voluto evidenziare anche le costanti criticità che colpiscono le aree interne, che necessitano di urgenti interventi strutturali sulle reti”. Il Comitato Cittadini Uniti – delegazione di Spoltore, invece, ha portato all’attenzione della Commissione, tra i vari temi, le problematiche relative alle perdite idriche, dovute anche a un utilizzo non ben progettato delle autoclavi. Sul tema agricoltura è emersa una situazione di criticità generalizzata, con il rischio di un “disastro ambientale” in alcune aree ben
precise, come quella del Fucino. Marcozzi, nel tirare le somme dei lavori odierni, parla di “un quadro su cui è necessario mettere ordine una volta per tutte. La Commissione d’Inchiesta sull’Emergenza Idrica sta lavorando in questo senso – sottolinea – affrontando nel modo più concreto possibile problematiche stratificatesi nei decenni sul nostro territorio. Il documento finale che lasceremo a Regione Abruzzo dovrà rappresentare un punto di partenza, una fotografia da cui ripartire per trovare finalmente soluzioni a problemi che, col passare degli anni, saranno sempre urgenti nel combinato disposto tra dispersioni idriche e cambiamenti climatici. Per questo, nelle poche settimane che rimangono a nostra disposizione, non lasceremo nulla di intentato, analizzando anche esperienze virtuose di altre regioni d’Italia”, conclude Marcozzi.