Con il nuovo piano del governo in Abruzzo in tre anni 15 scuole in meno

A lanciare l’allarme è la Flc-Cgil di Teramo che in una nota afferma che in Abruzzo in tre  anni si avranno ben  15 istituzioni scolastiche in meno: da 192 a 177

“Il  Ministro dell’Istruzione  si appresta a varare con effetti a partire dall’anno scolastico 2024-2025 il nuovo piano di riduzione delle istituzioni scolastiche. Se  il governo procederà con i tagli al numero delle scuole, la FLC CGIL attiverà la via legale per impugnare il decreto attuativo. Il piano prevede che al termine del prossimo triennio le 8.136 istituzioni scolastiche attuali, attraverso smembramenti e accorpamenti di plessi e sedi, dovrebbero diventare 7309. Verrà dunque soppresso l’8,8% delle sedi esistenti, pari a 827 unità di direzione amministrativa, con pesantissime perdite di organico tra il personale ATA, aumento della complessità organizzativa, aumento del numero di sedi e comuni a cui le istituzioni scolastiche dovranno rapportarsi e prevedibili difficoltà di gestione dell’offerta formativa, soprattutto nelle regioni del Sud”. Si legge nella nota della Flc-Cgil.

“Tutto questo significa che le scuole abruzzesi dalle  192 attuali saranno 177 nell’anno scolastico 2026/27 con 15 autonomie scolastiche in meno. Per la provincia di Teramo la previsione è di altre 6 istituzioni scolastiche da ridurre. Si vuol far passare l’idea che questa riduzione del servizio scolastico sia connessa alla realizzazione del PNRR: niente di più lontano dalla verità. Anzi nel PNRR ci sono le indicazioni per superare le rigidità attuali e per ridurre il numero di alunni per istituzione scolastica autonoma. Un percorso previsto al punto 3.1:  Riforma dell’organizzazione del sistema scolastico, dove si prevede un intervento sulla riduzione del numero degli alunni per classe e sul dimensionamento della rete scolastica. Invece, i decisori politici  locali si sono affrettati ad approvare un altro accorpamento: l’IIS Pascal-Comi- Forti con l’IIS Alessandrini”.

“Nei fatti ci troviamo di fronte ad un atto ostile nei confronti della scuola, non è un caso che il piano di dimensionamento sia stato definito unilateralmente dal Ministero dell’Istruzione e dal MEF, senza il previsto accordo in sede di conferenza unificata, dal momento che gli enti territoriali temono, a ragione, una diminuzione della qualità del servizio scolastico, soprattutto nelle situazioni di maggiore disagio sociale e lavorativo. In una fase di accresciuta complessità dei compiti attribuiti alle scuole, a partire dall’attuazione delle riforme previste dal PNRR, la scelta di accorpare gli istituti aumentando il numero complessivo degli alunni per plesso non è certo la soluzione più indicata per dare centralità alla scuola, migliorare la qualità dei processi formativi e combattere la dispersione, obiettivi che il Ministro Valditara proclama, a parole, di voler conseguire”.

“Per questo la Flc-Cgil ha chiesto un confronto con il presidente della  regione, sottolineando  i problemi che tale provvedimento comporterà per i nostri territori. Ove questo processo dovesse andare avanti, ne deriverebbe un ulteriore inevitabile peggioramento della qualità dell’offerta formativa, soprattutto nelle situazioni già oggi in sofferenza culturale, sociale ed economica. Si pensi ai territori interni dove, in tantissimi comuni, il venir meno del presidio scolastico, seppure presente con plessi e succursali ma privato del centro dirigenziale e amministrativo, non può che avere riflessi negativi per le comunità locali”. Conclude la nota della Flc-Cgil.