Conad Adriatico ha stanziato 53,3 milioni di euro per l’apertura, ristrutturazione e ammodernamento dei punti di vendita in Abruzzo nel periodo 2020-2023, di cui 16,3 milioni di euro nell’anno in corso; 24,5 milioni nel 2022; 6,2 milioni nel 2023.
Nei primi sei mesi dell’anno sono state portate a termine 4 ristrutturazioni – totale quella del Conad Superstore di Spoltore (Pescara) e del Conad City di Casoli (Chieti) – e ammodernati lo Spazio Conad di Colonnella (Teramo) e il punto di vendita Conad di Penne (Pescara). In regione la cooperativa è leader con una quota di mercato del 33,8% e 147 punti di vendita (8 Spazio Conad, 3 Conad Superstore, 60 Conad, 27 Conad City, 12 Margherita Conad, 29 Todis, 5 L’Alimentare, 1 Pet Store e 2 distributori di carburanti a L’Aquila e Avezzano, in provincia dell’Aquila).
In Molise Conad Adriatico conta 17 punti di vendita (2 Spazio Conad, 3 Conad, 3 Conad City, 5 Margherita Conad, 2 Todis, 1 L’Alimentare, 1 distributore di carburanti Conad a Campobasso) ed è leader con una quota di mercato del 21%. Per l’anno in corso non sono in programma investimenti (3,2 milioni di euro l’investimento messo in campo entro la fine del 2023).
Al fine di rafforzare la quota di mercato (18,3 % nel 2020) soprattutto nelle zone in cui è meno radicata – la zona nord delle Marche e la provincia di Bari –, Conad Adriatico ha messo a punto un piano quadriennale di investimenti (2020-2023) per 170,5 milioni di euro destinati all’apertura di nuovi punti di vendita (108,5 milioni di euro), ristrutturazioni (37,3 milioni), ammodernamento (19,3 milioni), nuove tecnologie e sistemi informatici (5,4 milioni). La pandemia ha colpito il tessuto economico del Paese, ma non le potenzialità di sviluppo della cooperativa nei territori in cui opera con i propri soci imprenditori. La disponibilità economica, frutto di un 2020 che ancora una volta ha registrato un trend al rialzo a doppia cifra (+19,6% per un fatturato di 1.719 milioni di euro), assicura una buona base per dare maggiore forza allo sviluppo e cogliere anche obiettivi a medio-lungo termine, oltre quelli a breve che orientano le azioni quotidiane.
Nell’anno in corso Conad Adriatico ha in programma investimenti per 49,7 milioni di euro, la maggior parte dei quali (27 milioni) destinati a nuove aperture: prosegue il processo di salvataggio e integrazione di vendita Auchan e Finiper (altri 7), oltre alle aperture di Conad, Conad City e Todis. Nel primo semestre dell’anno in corso sono state portate a termine 26 ristrutturazioni – di cui 10 hanno interessato l’intera superficie del punto di vendita – e inaugurato 4 nuovi punti di vendita, 3 dei quali frutto dell’acquisizione di 7 punti di vendita ex Dico in Puglia, operazione definita con Coop Alleanza 3.0 a fine dicembre 2020. Per il secondo semestre dell’anno sono stati avviati i cantieri delle opere che completeranno il budget 2021 con l’apertura di ulteriori 14 punti di vendita e altre 16 ristrutturazioni.
“Siamo consapevoli di poter creare occasioni di sviluppo e occupazione per i territori e le comunità locali, assecondare e anticipare modelli di consumo che rispondano a nuove esigenze di acquisto, dare risposte a un modo nuovo di essere comunità. Crediamo che la crisi non vada subita, ma vada affrontata con la capacità di investimento, le competenze, la forza del gruppo”, annota l’amministratore delegato di Conad Adriatico Antonio Di Ferdinando. “Digitalizzazione, omnicanalità e sostenibilità devono essere i tre pilastri della distribuzione organizzata. In uno scenario incerto, muovendoci in anticipo, cogliendo la domanda di vicinanza e prossimità che ci viene dai clienti siamo concretamente dalla parte delle comunità. Lo sappiamo bene: dopo l’emergenza sanitaria, resta il problema di un’economia ferita. E’ con l’ascolto, il lavoro e gli investimenti che possiamo continuare a coltivare e incrementare quel patrimonio di credibilità e fiducia che abbiamo costruito in una storia lunga 50 anni”.
IRI prevede un 2021 difficile per la gdo: il ritorno alla normalità sarà lento e faticoso, mentre sarà sempre più strategico il confronto con le difficoltà economiche di un numero crescente di famiglie e il boom dell’e-commerce, cresciuto a 22,7 miliardi di euro, +26% rispetto al 2019 (fonte: Osservatorio Politecnico di Milano-Netcomm). Nonostante ciò, il progressivo a giugno 2021 registra un trend positivo per la rete di Conad Adriatico (+9,7%). In costante crescita le vendite di carburanti Conad. Nel 2020 il Pil italiano si è contratto dell’8,9% (fonte: Istat). Il reddito disponibile delle famiglie è diminuito del 6,3%, complici le maggiori difficoltà delle attività e degli occupati in posizione marginale (sommerso, nero, irregolari), che si trasmette ai consumi con una contrazione al Sud pari al 9,9%, superiore a quella del Centro Nord (-9%) (fonte: Svimez). La base produttiva meridionale non ha ancora recuperato i livelli antecedenti la crisi, specie nel comparto industriale: Svimez prevede perciò che nel 2021 il Pil cresca al Sud dell’1,2% e nel 2022 dell’1,4% contro, rispettivamente, il 4,5% e il 5,3% del Centro Nord. La conseguenza è che la ripresa sarebbe segnata dal riaprirsi di un forte differenziale tra le due aree del Paese.
Al 30 giugno 2021, nelle regioni in cui opera – Marche (Ascoli Piceno, Macerata, Fermo, Ancona città e parte della provincia), Abruzzo, Molise, Basilicata e Puglia, oltre che in Albania e nel Kosovo con 36 punti di vendita – Conad Adriatico è presente con 448 punti di vendita: 24 Spazio Conad, 17 Conad Superstore, 169 Conad, 124 Conad City, 31 Margherita Conad, 61 Todis, 17 L’Alimentare, 1 PetStore e 4 distributori di carburanti Conad. A questi si aggiungono 27 parafarmacie, 11 Ottico, 7 Self24 Conad e 2 Concept per l’alimentazione e il benessere degli animali domestici, per una superficie complessiva di 363.826 mq. La cooperativa si conferma una realtà imprenditoriale dinamica – nell’annuale classifica nazionale stilata dalla Fondazione Aristide Merloni è, ancora una volta, la prima impresa della moderna distribuzione per fatturato nelle Marche –, forte di un modello imprenditoriale in grado di reggere le sfide del mercato e fare fronte alla crisi economica, aggravata dagli effetti sociali della pandemia.