Per il deputato Luciano D’Alfonso c’è una possibile soluzione ai problemi dei balneatori abruzzesi alle prese con la direttiva europea Bolkestein
A fronte delle preoccupazioni dei balneatori dopo il pronunciamento del Consiglio di Stato che ha definito illegittima la proroga delle concessioni balneari, il deputato abruzzese cita una possibile soluzione.
Secondo D’Alfonso la soluzione alle problematiche sollevate dalla direttiva Bolkestein, che impone l’asta per le concessioni demaniali, sarebbe da individuare nella sentenza Patroni Griffi emanata dallo stesso Consiglio di Stato nel 2021.
Di seguito l’intervento del deputato abruzzese del Pd:
“La sentenza del Consiglio di Stato in merito alle concessioni demaniali balneari emessa il 30 aprile scorso mi porta a riproporre alcune considerazioni:
1. la categoria dei balneatori è fondamentale per la collocazione turistica dell’economia abruzzese, ha un carico sociale e occupazionale significativo e contribuisce all’identità di questa regione;
2. la sentenza risalente del Consiglio di Stato targata 2021, a firma di Filippo Patroni Griffi, contiene in sé la soluzione: a pagina 47 (vedi sotto) vi si dice che il bando può prevedere procedure ad hoc che tengano conto dello specifico delle realtà attuali, con tutte le loro esperienze, peculiarità e caratteristiche di gestione locale;
3. nel quadro di una attesa riforma del demanio – di cui avremmo bisogno, anche se allo stato non è incombenza nell’agenda del governo – è utile precisare per prima cosa che la gara per le concessioni deve essere fatta, selezionando il tipo di gara da esperire e la grandezza della stazione appaltante (comunale, provinciale, regionale o nazionale), anche perché le stesse possono essere corrispondenti a livelli territoriali ottimali da sagomare;
4. la mappatura è la misurazione della consistenza del valore in ragione della quale si fa la gara; senza mappatura non si possono fare le gare né attivare eventuali piani di project financing, che potrebbero prevedere collaborazioni fattive e sostenibili tra enti locali, imprenditori e autorità competenti alla tutela del bene e dei principi di concorrenza;
5. ci sono due direttive europee, la 2014-89-UE e la 2008-56-UE, che affidano anche agli operatori economici la responsabilità di quote di tutela dello spazio marittimo; è difficile immaginare che chi viene da fuori – estraneo alla conoscenza complessa dei luoghi – sia interessato a farsi carico di profili progettuali di questo tipo;
6. il bando deve avere ben chiari i punteggi da stabilire e assegnare, cosa far valere di più e cosa di meno, in ragione della cultura della sostenibilità; l’alternativa è che arrivi qualche mega-marchio portatore di estraneità a stravolgere tutto;
7. la sostenibilità si può progettare e può valorizzare la responsabilità di tutti, senza scommettere su forzature e iniziative ingannevoli prive di futuro.In sintesi, vanno attivate senza indugio le procedure di gara definendo gli ambiti funzionali ottimali al livello più vicino al territorio, valorizzando le situazioni di fatto e di diritto, in particolare quelle derivanti dalla giurisprudenza amministrativa, significativissima, esistente e le consistenti realtà sociali, occupazionali, progettuali e contrattuali risalenti, poiché anche le direttive europee – in particolar modo la 2014-89-UE – incoraggiano in questa direzione la tutela condivisa e partecipata dello spazio marittimo corrispondente alla terra ferma delle nostre spiagge”.
Segue un estratto della pagina 47 della suddetta sentenza:
“… anche tenendo conto della capacità di interazione del progetto da valutare con il complessivo sistema turistico ricettivo del territorio locale. Ulteriori elementi di valutazione dell’offerta di gara potranno riguardare gli standard qualitativi dei servizi e la sostenibilità sociale ed ambientale del piano degli investimenti in relazione alla tipologia della concessione da gestire. Negli atti di gara va posta a base d’asta il valore al momento della gara degli investimenti già effettuati dal concessionario”.
IL SERVIZIO DEL TG8