Il Consiglio regionale approva il rendiconto 2022. Ma sul voto della consigliera del gruppo misto Marianna Scoccia si accende la polemica
Il Consiglio regionale, nella seduta di oggi che si è svolta all’Aquila, ha approvato a maggioranza il progetto di legge sul “Rendiconto generale per l’esercizio 2022” di Regione Abruzzo, con il voto contrario delle opposizioni con la sola eccezione della consigliera regionale del gruppo misto Marianna Scoccia, eletta nelle fila dell’Udc e poi passata in minoranza. Proprio il voto del consigliere e sindaco di Prezza (L’Aquila) ha causato una serie di scontri in aula con le opposizioni che hanno rimproverato a Scoccia di non essere uscita dall’aula e di essere stata decisiva nel mantenere il numero legale.
“Se ci si siede tra i banchi dell’opposizione, deve votare coerentemente – ha attaccato il consigliere pentastellato Pietro Smargiassi – Mi crea problemi se Scoccia regge la maggioranza di centrodestra anziché mandarla sotto. Vi state prendendo tutti, siamo rimasti in dieci, ma è bene saperlo. E’ stata più coerente Sara Marcozzi (ex consigliere M5S poi passato al Misto e poi a Fi) che si è seduta tra i banchi della opposizione”. Pronta la risposta di Scoccia: “Nella mia vita politica non ho mai preso ordini da nessuno e non li prenderò ora da Smargiassi, le maggioranze sono variegate nel senso che il voto è anche legato al tema. Così si comporta un politico che prima di diventare consigliere è sindaco – ha spiegato Scoccia che poi è uscita contrariata dall’aula.
L’ok al rendiconto è propedeutico all’esame del progetto di legge di assestamento al “Bilancio di Previsione 2023-2025”, programmato in Prima Commissione Bilancio per martedì 8 agosto. Il Rendiconto accerta un totale di entrate nelle casse regionali per 4.643.584.579 euro. Le spese impegnate ammontano a 4.516.965.756 euro. Secondo quanto si è appreso da fonti maggioranza di centrodestra, l’assestamento non è stato presentato oggi perché la Giunta non avrebbe ancora inviato al Consiglio regionale tutta la documentazione e poi per alcune divergenze nell’assegnazione delle varie poste da assegnare a comuni e associazioni: divergenze che diventano ancora più evidenti se si considera che ci sarebbero meno fondi a disposizione, proprio ad otto mei prima delle elezioni.