Coordinamento No G7 Pescara, 24 ottobre corteo in centro

Culmineranno con il corteo previsto per il 24 ottobre, le iniziative promosse dal coordinamento No G7 Pescara, contestualmente al summit internazionale in corso nel capoluogo adriatico dedicato al tema dello sviluppo

Dopo la tavola rotonda di oggi, sul tema “Le bugie dello sviluppo e del Piano Mattei, nella fase della guerra globale”, ancora in corso a Pescara al Teatro Cordova, l’appuntamento con la manifestazione è alle ore 17:30 alla Madonnina, sul lungomare.

“Alla fine dell’evento faremo parlare dei palestinesi”, annunciano i promotori. Il corteo prenderà il via alle ore 18:00 e percorrerà, tra l’altro, via Trilussa, via Ravenna, corso Vittorio Emanuele, viale Muzii e la riviera, per poi arrivare in piazza della Rinascita, dove ci sarà il comizio finale su un furgone scoperto trasformato in palco mobile. La manifestazione non toccherà le cosiddette zone di ‘massima sicurezza’ dedicate ai lavori del summit.

“Tutto il programma delle manifestazioni del No G7 sarà dedicato al ricordo delle vittime dell’iprite, uno dei gas impiegati nelle guerre chimiche (dalla prima guerra mondiale in poi) e che l’Italia, e l’Abruzzo con le fabbriche di Bussi, ha purtroppo prodotto ed esportato, durante il colonialismo fascista – ricordano gli organizzatori – Il nostro movimento No G7 vuole ricordare milioni di persone che attualmente sono vittime di guerre nazionalistiche-coloniali, della fame nel mondo che nessun G7 si è mai impegnato a risolvere realmente”.

Obiettivo della mobilitazione del coordinamento è stato quello di “lanciare una voce di dissenso rispetto all’incontro internazionale del G7 a tema Sviluppo. Sulla carta un forum basato sul coordinamento in materia economica e finanziaria, aiuto allo sviluppo e contributo alla pace e alla sicurezza globali. Nella realtà – concludono gli attivisti – un incontro di Paesi che con le loro politiche hanno prodotto effetti
devastanti per l’economia mondiale e il futuro di gran parte dei popoli del pianeta, perpetuando continue crisi umanitarie, guerre e immani disastri ambientali”