Gli scavi in corso a Corfinio ad opera di docenti e allievi del Dipartimento di Archeologia Medievale dell’Università d’Annunzio di Chieti in collaborazione con la Sovrintendenza, hanno riportato alla luce i resti dell’antica Valva.
Ne sono convinti i docenti Maria Carla Somma e Vasco La Salvia che oggi hanno deciso di rendere pubblica la straordinaria scoperta illustrandone i particolari. “Gli scavi hanno permesso di rinvenire le prime tracce di una costruzione complessa intorno ad una tomba venerata, probabilmente custode delle spoglie di un martire”, spiega Maria Carla Somma, docente dell’Università D’Annunzio, “”successivamente nel sesto secolo quest’area viene fortificata e nell’epoca della conquista Longobarda è qui che sorge il palazzo che diventa residenza vescovile e del Gastaldo Longobardo. Questa nuova struttura urbanistica porterà logicamente alla creazione di porte che sono forse probabilmente all’origine del toponimo, perché Valva si indica come elemento di porta. E in questa breve area noi ne abbiamo riconosciute archeologicamente ben due, una nella fortificazione tardo antica e l’altra nel muro del Campus, questa grande struttura romana che affiancava l’area sottoposta oggi agli scavi: Il tutto verrà prima cancellato e poi recuperato dal vescovo Trasmondo che alla fine del’undicesimo secolo ricostruirà il complesso valvense recuperando all’interno delle nuove strutture i vecchi edifici, e creando sostanzialmente lo stupendo complesso romanico che oggi tutti vediamo”. Gli scavi procedono in collaborazione con la soprintendenza archeologica d’Abruzzo, in particolare con la dottoressa Emanuela Ceccaroni. L’obiettivo è quello di conservare tutto quanto torna alla luce in questi giorni con la realizzazione di un Parco archeologico.
“Il nostro lavoro è quello non solo di riportare alla luce testimonianze di un’età remota – ha sottolineato il professore La Salvia – ma soprattutto è quello di conservare la memoria di un tempo e riscoprire le radici di un territorio, la sua storia, dando un profondo senso di appartenenza a chi vive in questo territorio e dando incentivo al turismo culturale, come risorsa per questa parte del territorio abruzzese”.