Coronavirus Abruzzo: buoni spesa del Comune dell’Aquila, associazioni diffidano ente per i criteri

Coronavirus Abruzzo, cinque associazioni diffidano il Comune dell’Aquila per i criteri usati per l’assegnazione dei buoni spesa a sostegno dei bisognosi

 

La giunta comunale dell’Aquila con la recente delibera sui buoni alimentari riserva l’accesso ai fondi esclusivamente ai cittadini italiani e stranieri “titolari di permesso di soggiorno di lunga durata”, ossia superiore a 5 anni e illimitato, peraltro residenti del Comune. È uno dei motivi questo che ha spinto 5 associazioni aquilane a diffidare il Comune.

3 e 32, Arci L’Aquila, Comunità 24 Luglio, Fraterna Tau Onlus e United L’Aquila hanno dato mandato a diversi legali Gianluca Racano, Fausto Corti, Francesco Rosettini e Andrea Piermarocchi di inviare formale diffida al sindaco Biondi, al Prefetto e alla Protezione Civile Regionale.

Sulla graticola ci sono i criteri individuati dall’amministrazione comunale per la distribuzione dei fondi per i bisognosi sull’emergenza Covid. Secondo i legali l’ordinanza della Protezione Civile che ha stanziato i fondi da destinare “a misure urgenti di solidarietà alimentare” prevede come unico parametro per l’assegnazione dei fondi la situazione di bisogno urgente.

Per le associazioni la misura oltre a violare l’ordinanza e l’articolo 41 del testo unico sull’immigrazione è pure fuori contesto rispetto al dramma che tante persone che abitano, lavorano o lavoravano nel territorio aquilano vivono oggi. Persone che in molti casi hanno contratti che li escludono da altre forme di assistenza decise dallo Stato. Con la diffida le associazioni chiedono che il Comune chiarisca che per permesso di soggiorno si intende superiore a un anno come prevede il testo unico altrimenti ritiri la delibera , dicono, in autotutela per non rendersi responsabile di escludere i più deboli da una misura pensata per i più deboli, in piena emergenza.

Il Servizio del Tg8:

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