Coronavirus Abruzzo: ristoratori aquilani uniti contro la crisi

Coronavirus Abruzzo: i ristoratori aquilani creano un gruppo Facebook per avere un’unica voce in questo momento difficile. Un documento con 11 proposte sottoscritto da oltre 100 persone

Si chiama RistoratoriAq vs Virus ma non è solo un gruppo nato su Facebook. I ristoratori aquilani si mobilitano per rispondere alla crisi nel nome dell’unità. Un’unica voce, questo è l’obiettivo, per non farsi trovare impreparati alla cosiddetta fase 2 ma anche per gestire il delicatissimo momento di oggi. I danni provocati dalle chiusure alle attività sono notevoli anche perché le strutture costano anche se non funzionano ed è chiaro che non possono bastare gli ormai famosi 600 euro per alcune categorie e anche sulle misure c’è ancora molta incertezza. A spiegare come è nata l’idea Daniela Colaiuda, una delle ristoratrici che ha aderito. Il documento scritto con le proposte finora è stato accolto da più di 100 persone del settore. L’invito è ad unirsi per condivide idee e progetti.

Il documento in questione contiene 11 punti, 11 proposte da diffondere non solo a livello comunale ma anche regionale e italiano per tutta la categoria. Vanno dalla richiesta di sospendere i costi di locazione con possibilità per il proprietario di detrarre il 100% del mancato guadagno, alla ricontrattazione dei contratti, alla sospensione dei mutui, leasing o prestiti, alla cancellazione delle fatture delle utenze dal 1 marzo sino alla riapertura non applicando costi fissi e facendo restare arrivi solo i consumi reali, alla sospensione di tasse e tributi locali passando per lo snellimento delle pratiche per le concessioni di aree pubbliche e ancora aumento del tetto massimo dei prestiti, restituzione in dieci anni della prima rata, sospensione di Rai e Siae come pure il congelamento delle partite iva nel caso di impossibilità a lavorare. Ci sono poi le misure per la cassa integrazione: al 100% sino alla riapertura e al 70 sino a dicembre 2020 per la forza lavoro non necessaria e per salvaguardare comunque l’occupazione.

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Daniela Rosone: