Coronavirus Abruzzo: sepoltura ad Avezzano per musulmano morto all’Aquila diventa un caso

Coronavirus Abruzzo: il caso della sepoltura di un marocchino trovato morto a casa sua in una frazione dell’Aquila diventa oggetto di scontro. Per Gamal Bouchaib, ex consigliere comunale, è stata negata la sepoltura nel cimitero aquilano. L’assessore Taranta rimanda le accuse al mittente

 

In città sta facendo discutere il caso dell’uomo marocchino, musulmano e da più di 30 anni residente all’Aquila, trovato morto a casa sua in una frazione della città che non sarà sepolto al cimitero del capoluogo.
Ad intervenire molto duramente su questa storia è stato l’ex consigliere comunale Gamal Bouchaib che nel 2015 riuscì a far passare una mozione in Consiglio, rimasta solo sulla carta, che impegnava a riservare un’area del cimitero a defunti di religione diversa. Altrettanto dure però sono le parole di replica dell’assessore Fabrizio Taranta che ha affidato ad una lunga nota le sue precisazioni.

Dice che non è pervenuta nessuna richiesta di sepoltura al sevizio cimiteriale perché altrimenti si sarebbe provveduto. Ogni defunto per l’assessore viene trattato con pari dignità. Al tempo stesso nella nota Taranta fa riferimento al nuovo regolamento dicendo che per le comunità straniere che ne faranno richiesta ci saranno in futuro delle aree da individuare. Al momento specifica pure che non ci sono aree extra e distinte da quelle ordinarie come chiesto da alcune specifiche comunità religiose. Bouchaib però tira dritto per la sua strada e continua a sostenere ciò che già aveva detto in prima battuta su questo caso.

Il ritorno in patria sarebbe stato impossibile, costi troppo alti e la soluzione è così arrivata dalla vicina Avezzano. Intanto si registra pure l’intervento della consigliera straniera in Comune Edira Banushay. Inaccettabile per lei in sostanza la discriminazione in base alla religione. Ma su questo punto Taranta ha rispedito ogni accusa al mittente. La morte di un giovane avrebbe dovuto per la consigliera provocare tristezza e non dissidi. Aveva diritto come tutti alla sepoltura qui, dice.

Il Servizio del Tg8:

 

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Daniela Rosone: