“Per far rispettare veramente il Decreto bastava solo chiudere i bar: appena l’hanno fatto il paese si è svuotato”, così il sindaco di Cugnoli.
E devo dire che da allora i paesani si comportano con molta consapevolezza, tutti chiusi in casa”. Tra il serio e il faceto, ma non tanto, lo dice il sindaco di Cugnoli Lanfranco Chiola, centro della montagna pescarese di poco più di mille abitanti. “All’inizio abbiamo faticato un po’, ma ora che tutto è chiuso. Il paese è deserto. Abbiamo qualcuno in quarantena, ma non è quello: ora la gente ha capito che non si può scherzare”.
MA POI IL SINDACO SMENTISCE IL SUO VIRGOLETTATO, QUESTE LE SUE SUCCESSIVE DICHIARAZIONI INVIATE ALLE REDAZIONI – “In questo periodo di emergenza sanitaria è fondamentale che ognuno di noi faccia il proprio dovere di cittadino rispettando tutte le disposizioni e le misure igienico-sanitarie emanate dagli organi competenti – il senso civico e di responsabilità deve guidarci nell’affrontare questi giorni che stiamo vivendo con particolare attenzione per il bene di tutti. Per esperienza diretta sul territorio, nei piccoli comuni come quello di Cugnoli (comune collinare dell’entroterra pescarese con quasi 1.500 abitanti) la chiusura dei bar – tra le ultime misure di contenimento del contagio poste in essere dal governo con il DPCM 11 marzo 2020, è stata una misura determinante che ha ridotto quasi totalmente le possibilità di contatto sociale dei cittadini. Ringrazio tutti i cittadini di Cugnoli, che giorno dopo giorno, hanno acquisito una sempre maggiore consapevolezza dell’emergenza che stiamo affrontando e stanno seguendo le indicazioni di restare – responsabilmente – a casa”.