Dopo la ricerca pubblicata recentemente su una testata giornalistica, la Regione Abruzzo chiarisce i dati relativi alla situazione nelle terapie intensive.
L’Abruzzo è stata descritta come regione al collasso in quanto la ricerca partiva dall’assunto che fossero stati creati solo 7 nuovi posti di terapia intensiva dopo l’emergenza Covid. La stessa ricerca sosteneva che i 10-11 posti allora occupati producessero un tasso di occupazione del 150% rispetto ai nuovi posti. Il dato, secondo i chiarimenti forniti dalla Regione, è stato letto superficialmente e ha portato molti commentatori a dichiarare ‘saturi’ i posti di T.I. in Abruzzo mentre ce ne erano almeno altri 90 disponibili. Poiché tale dato, a suo tempo già contestato, continua a condizionare le analisi su come venga affrontata l’epidemia e sugli strumenti messi in campo, oggi il presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, ha ritenuto necessario tornare a precisare e rettificare quanto segue:
“I posti letto nei presidi pubblici prima del Covid erano 94 (non 123). Sono stati portati a 123 (e in alcuni momenti a oltre 130) usando 17 ventilatori delle case di cura private e 12 della terapia ematologica dell’ospedale di Pescara. Passata la prima fase, tali apparecchiature sono tornate nella disponibilità originaria, da dove erano stati metaforicamente ‘saccheggiati’. L’attuale dotazione è 119, ottenuta aggiungendo 25 posti (e non 7) di nuova realizzazione. Altri 51 sono in corso di realizzazione per raggiungere l’obiettivo posto dal Decreto Rilancio”.
Per attuare tale piano, l’8 ottobre il presidente Marsilio è stato delegato come Commissario dal Commissario Straordinario Arcuri e sono già state affidate le progettazioni e per alcuni interventi sono in corso le procedure di appalto dei lavori. Tra i posti aggiuntivi già attivi ve ne sono 4 di terapia intensiva pediatrica: prima del Covid in Abruzzo non ne esisteva nemmeno uno, i bambini gravi andavano fuori Regione.
“I 26 posti occupati (dato di ieri) rappresentano una delle più basse incidenze d’Italia, non solo nei numeri assoluti, ma in relazione alla popolazione e al numero dei positivi. Segno che il tracciamento e l’individuazione precoce dei casi, che aiuta a ridurre i casi gravi, ha funzionato molto meglio della media nazionale. La disponibilità residua e la capacità di espansione del sistema (che prevede decine di posti di sub-intensiva pronti a diventare intensiva) consente di garantire la capacità di risposta del sistema sanitario abruzzese, nonostante la grave ondata in corso. Quanto ai 41 ventilatori forniti dal Commissario Arcuri e al quale risultavano 17 ancora inutilizzati, abbiamo fornito risposta riferendo che 11 non hanno superato il collaudo (sono quindi inutilizzabili) e gli altri sarebbero stati messi in funzione progressivamente seguendo l’andamento del fabbisogno, come è regolarmente accaduto”.