Covid Abruzzo: riapertura scuole, non tutti sono vaccinati

Sono circa 223mila i membri del personale scolastico italiano che non sono ancora stati vaccinati contro il Covid neppure con una dose, pari al 15% del totale, secondo il rapporto settimanale.

Il tema sulla riapertura delle scuole a settembre diventa sempre più caldo: anche il Ministro della Salute Speranza vuole incentivare una maggiore vaccinazione fra chi ancora non è immunizzato fra docenti e Ata, mentre per il sottosegretario Sileri il prossimo anno vuole puntare su monitoraggio e su tamponi e test rapidi per controllare il virus nelle scuole. Soprattutto mascherine e distanziamento presidio fondamentale per i più piccoli nelle lezioni in presenza.

Secondo Fabiola Ortolano, Uil Scuola Abruzzo, la vaccinazione è importante ma non è l’unica soluzione: “Basta con le classi pollaio, più prevenzione, magari un medico in ogni scuola, e sulle inoculazioni, resta fermo il principio della importanza ma anche della non obbligatorietà e si discute soprattutto sulle fasce dei ragazzi più giovani. Quanto alle vaccinazioni, Ortolano precisa che l’Abruzzo è una delle regioni più virtuose, tuttavia, in termini di dosi effettuate”. Non solo, secondo Ortolano c’è anche il problema del precariato, con una carenza di insegnanti notevole.

“Dobbiamo tendere alla riapertura della scuola e dell’università con lezioni frontali. All’università sarà più facile, perché i ragazzi possono vaccinarsi. Sotto i 12 anni la distanza e la mascherina saranno il presidio fondamentale. Dai 16 anni in su c’è un’adesione maggiore alla vaccinazione. Sono più preoccupato tra i 12 e 15 anni, c’è un certa discussione, animosa in certi gruppi per la vaccinazione in questa fascia di età“, ha detto Sileri che ha riaffermato la sua contrarietà all’obbligo vaccinale per i docenti.

 

 

Fabio Lussoso: