Aumenta in Abruzzo il numero dei ricoveri in Ospedale. Cresce l’allarme e la preoccupazione per la diffusione del virus e delle sue varianti. Si attende la decisione della Cabina di regia nazionale sulle restrizioni. Campioni anche dall’Abruzzo per la nuova indagine dell’Istituto superiore di sanità (Iss) per tracciare il grado di diffusione, in Italia, delle varianti Covid (Inglese, Brasiliana e Sudafricana).
In base agli ultimi dati forniti dal Servizio Sanitario regionale deciderà in che zona collocare l’Abruzzo. Il virologo Paolo Fazii, componente del Comitato Tecnico Scientifico Regionale, sottolinea come sia ancora presto per dire se le zone e rosse istituite dal Presidente della Giunta Regionale abbiano dato una risposta positiva. L’andamento del virus, ma soprattutto delle sue varianti, necessita dei suoi tempi. Sotto pressione le strutture sanitarie. C’è ancora la disponibilità di posti letto nei reparti di rianimazione.
Campioni anche dall’Abruzzo per la nuova indagine dell’Istituto superiore di sanità (Iss) per tracciare il grado di diffusione, in Italia, delle varianti Covid (Inglese, Brasiliana e Sudafricana).
L’indagine è coordinata dall’Iss con il supporto della Fondazione Kessler e in collaborazione con ministero della Salute, Regioni e Provincie autonome. L’obiettivo è identificare, tra i campioni dei positivi al Covid, possibili casi di infezione riconducibili a varianti. La valutazione prenderà in considerazione i campioni notificati il 18 febbraio.
L’indagine Iss per la rilevazione delle varianti verrà condotta, si legge nella circolare del ministero della Salute, su un totale di 1.058 campioni positivi a SarsCov2. Il campione da analizzare, si legge nella nota tecnica della circolare del ministero della Salute, andrà scelto in maniera casuale fra i campioni positivi garantendo se possibile una rappresentatività geografica e per fasce di età.
Ogni Regione o Provincia autonoma dovrà inviare entro il primo marzo 2021, alle ore 12, i risultati aggregati relativi all’indagine rapida sulla diffusione delle varianti UK, Brasiliana e Sudafricana in Italia. Il termine è stabilito nella circolare del ministero della salute. Tutti i dati ottenuti per la presenza di una delle tre varianti oggetto della valutazione, si legge, “dovranno essere altresì inseriti dalle Regioni e dalle PPAA nella piattaforma della Sorveglianza Integrata COVID-19 dell’Istituto Superiore di Sanità”.
Si considereranno 4 macroaree:
Nord-Ovest, Nord-Est, Centro, Sud e Isole. Il numero di campioni per ciascuna Regione o Provincia autonoma è definito in base alla percentuale di casi notificati ieri, 16 febbraio, sul totale dei casi notificati nelle macroaree: 42 Abruzzo, 7 Basilicata, 11 Calabria, 95 Campania, 97 Emilia Romagna, 27 Friuli Venezia Giulia, 23 Lazio, 22 Liguria, 167 Lombardia, 38 Marche, 1 Molise, 57 Bolzano, 20 Trento, 76 Piemonte, 58 Puglia, 6 Sardegna, 53 Sicilia, 61 Toscana, 32 Umbria, 1 Valle d’Aosta, 64 Veneto.
La circolare, firmata dal direttore della Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza, sottolinea la necessità di valutare la diffusione delle varianti SARS-CoV-2 (Regno Unito, Brasiliana e Sud Africana) sul territorio nazionale. Questa valutazione prenderà in considerazione i campioni notificati il 18 febbraio 2021 – prime infezioni, non analisi di controllo – con sequenziamento Sanger dell’intero gene S (spike); oppure con sequenziamento di parte del gene S, purché identificate tutte le mutazioni/delezioni attribuibili a una delle tre varianti; oppure con sequenziamento in NGS.