“Sembra che questa ondata si stia allargando al Teramano e all’Aquilano. Aspettiamo con ansia che cominci la decrescita sull’area Pescara Chieti, ma ciò non avviene. Avevamo deboli segnali di miglioramento, ma i dati di ieri ci dicono che non è così.
La zona rossa funzionava prima, con il ceppo originario, ma di fronte alla variante può fare poco”. Lo afferma il referente per le emergenze della Regione Abruzzo, Alberto Albani, a capo della task force sul coronavirus, nel giorno in cui l’Abruzzo registra il record di decessi e di ricoveri in terapia intensiva, oltre ad uno dei dati sui nuovi casi tra i più alti della terza ondata.
Ancora critica la situazione nel Pescarese, che registra un nuovo dato altissimo: 274 i contagi recenti. L’incidenza settimanale per centomila abitanti torna oltre quota 320, a fronte di una soglia di allarme di 250. Migliora leggermente la situazione nel Chietino, ma non nell’area metropolitana tra le due province: lì la variante inglese corre più che mai ed è responsabile del 70% dei contagi.
Nelle prossime ore si dovrà anche decidere cosa fare con le scuole. Il governatore Marco Marsilio, nei giorni scorsi, aveva ipotizzato una possibile riapertura dal 15 marzo, ma alla luce dei dati odierni è presumibile che si vada verso una proroga. Bisognerà comunque attendere i dati dei prossimi giorni per capire come muoversi.
Intanto oggi ci sarà la cabina di monitoraggio nazionale: le stime sull’Rt confermano un dato al di sotto dell’1, ma tutti gli altri parametri sono oltre le soglie di allarme. L’esito del monitoraggio settimanale sarà quindi determinante ai fini di una nuova eventuale collocazione dell’Abruzzo in termini di fasce di rischio. E’ invece certo che non verrà revocata la zona rossa nell’area metropolitana.