Scenderanno in piazza, martedì 27 ottobre in Piazza Unione a Pescara, le agenzie di viaggio collassate “non solo a causa del Covid, ma anche e soprattutto per l’inerzia e l’indifferenza della Regione che ha disatteso ogni pur minima promessa di aiuti”.
Era stato promesso loro un ristoro economico che in molti casi sarebbe stato appena sufficiente a pagare le bollette e, invece, nemmeno i 3 mila euro ad agenzia sono arrivati. Collassate, deserte, invisibili: così si sentono le tante agenzie di viaggio abruzzesi alle prese con un autunno forse peggiore del finale d’inverno scorso. Per non parlare dei dati estivi che hanno registrato perdite che oscillano tra l’80 e il 90% degli incassi rispetto agli stessi mesi del 2019. Più volte sollecitata e incalzata, anche con manifestazioni di piazza, la Regione aveva promesso loro 3 mila euro ad agenzia: una miseria rispetto a costi di gestione andati, comunque, avanti.
“Eppure nemmeno questa cifra, una vera elemosina, è mai arrivata a nessun titolare – spiegano alcuni portavoce, come Alessandro Di Francesco titolare di un’agenzia a Pescara, di un settore steso più che in ginocchio. Hanno incontrato, sperando in una svolta, più volte l’ex assessore regionale al Turismo Mauro Febbo: ” Il 16 luglio, dopo mesi di disperazione inascoltata, eravamo riusciti a strappare una determina regionale con la quale ci venivano promessi 3 mila euro ad agenzia. Nessuno ha visto un centesimo e quel che ci disarma ancor più è che ad oggi nessuno sa fornirci nemmeno una possibile data di erogazione. La nostra categoria sta peggio che a marzo scorso”.
Ogni mattina all’apertura si domandano il senso del loro essere in negozio: tra voli cancellati, confini chiusi, biglietterie congelate e spese vive che corrono “la sensazione è che a nessuno importi nulla di noi”. Chiedono, a questo punto, un incontro urgente col Presidente Marsilio: “Ma stavolta – dice Di Francesco – le chiacchiere devono lasciare lo spazio ai fatti perchè la nostra esasperazione è la disperazione di intere famiglie”. Hanno continuato a pagare contributi, assicurazioni e bollette incassando zero o poco più: ” Non possiamo licenziare fino al 31 dicembre, ma la verità è che non vorremmo mandare a casa nemmeno uno dei nostri storici collaboratori molti dei quali in cassa integrazione da marzo tra ritardi e disagi”. Martedì, alle 10, saranno in piazza Unione a Pescara “sotto gli occhi della gente- dice Di Francesco a voce di decine di colleghi di settore- affinchè almeno i clienti non si dimentichino di noi come, invece, ha fatto la politica regionale. Siamo stanchi, desolati, spaventati. Qualcuno ci deve delle risposte e noi faremo di tutto per ottenerle”.