“Una crescita dell’indice Rt di 0.11 in quattro giorni è anomala ed è stata trainata dalle province di Pescara, Chieti, Salerno, Imperia, Brescia, Ancona, Campobasso, Trento, Pistoia, Siena e Perugia”. “E’ una situazione molto critica e deve esser attentamente monitorata”. Così il fisico Roberto Battiston, dell’Università di Trento, i cui calcoli si basano sui dati della Protezione Civile.
I dati “ci fanno capire dove sono le situazioni in cui l’epidemia è in rapida crescita” e indicano che “è assolutamente necessario seguire tempestivamente una logica di interventi localizzati per lo più a livello di province”. Per il fisico è evidente che la ripartenza dell’epidemia “riguarda, per ora, zone limitate” ed è probabile che la crescita si debba alla presenza di varianti del virus SarsCoV2. “Nel momento in cui l’indice Rt supera 1, la velocità con cui cresce l’epidemia è legata anche al numero delle persone infette presenti nella società; in Italia “abbiamo ancora 389.000 infetti attivi, tra l’altro in crescita negli ultimi quattro-cinque giorni, dopo un periodo lenta discesa”. Secondo Battiston “c’è quindi un cambiamento nell’andamento complessivo, ma è importante sottolineare che l’epidemia non sta crescendo in tutto il Paese”. Per questo motivo, ha rilevato, mettere in atto tempestivamente chiusure a livello di singole province può essere molto “utile”, evitando i contatti tra coloro che vivono in province adiacenti meno colpite dall’epidemia. Che la crescita non sia uniforme a livello nazionale lo indicano anche i dati delle regioni in cui i numeri dell’epidemia sono in calo: Sicilia, Sardegna, Puglia, Lazio, Calabria, Friuli, Valle d’Aosta e Veneto. Un’altra notizia positiva, ha detto ancora il fisico, è che “la provincia autonoma di Bolzano e la provincia di Perugia, sulle quali c’era stata tanta attenzione nelle scorse settimane, sono riuscite in poco più di 15 giorni a piegare l’indice Rt, che è ridisceso a 1: è una dimostrazione di come, in queste due province dichiarate zone rosse circa tre settimane fa, si sia raggiunto l’effetto di contenimento voluto. Varianti o meno, le misure rigorose di distanziamento sociale pagano sempre”. Motivo di più per cui “prima si interviene e prima l’epidemia torna sotto controllo, anche analizzando con attenzione i dati e le proiezioni per prevedere opportuni interventi con la massima rapidità”.