La variante Omicron del Covid-19 è responsabile del 41,2% dei ricoveri in area non critica e del 18,8% dei ricoveri in terapia intensiva all’ospedale di Pescara.
E’ quanto emerge dalle attività di genotipizzazione condotte dal Cast, il Laboratorio dell’Università “d’Annunzio” di Chieti, su campioni inviati dal laboratorio dell’Unità operativa complessa
di Microbiologia e Virologia della Asl del capoluogo adriatico. In particolare, la variante Omicron, responsabile complessivamente del 37% delle ospedalizzazioni, è stata riscontrata in 26 pazienti su 63 ricoverati nei reparti ordinari e in tre pazienti su sedici ricoverati in terapia intensiva. I dati sono riferiti a campioni prelevati la scorsa settimana. La parte restante dei casi è riconducibile alla variante Delta.
“Questi dati – afferma il direttore del laboratorio della Asl di Pescara, Paolo Fazii – ci dimostrano che la situazione non è esattamente come viene descritta. Omicron sarà forse meno aggressiva, ma non è un banale raffreddore o una banale influenza. Perché diventi una banale influenza ci vuole ancora tempo. Intanto, la soluzione sono i vaccini e la prudenza, cioè uso delle mascherine, distanziamento e igiene”.