Covid19 L’Aquila, comunità macedone: non siamo gli untori

Covid 19 L’Aquila: giornata di tamponi in città per i contatti degli operai macedoni positivi al Covid. Intanto parla un rappresentante della comunità macedone

Le prossime 48 ore saranno decisive per capire gli sviluppi del focolaio di Covid in città. Oggi sono stati eseguiti in mattinata tamponi ai familiari dell’operaio macedone e della moglie residenti a Cagnano che però, è bene precisarlo, erano rientrati in paese il 18 giugno privatamente.

Accanto ai loro, tamponi anche per chi ha invece viaggiato sul bus arrivato il 28 giugno all’Aquila e dove c’era un altro operaio positivo. Delle persone presenti meno di una decina hanno avuto come meta finale L’Aquila.

Tutti sono stati contattati dalla questura ed oggi eseguono il tampone perché tra di loro un operaio è stato trovato positivo, come si diceva, dopo il controllo della sua ditta.

Alcune ditte private si starebbero muovendo anche per fare tamponi a loro dipendenti che hanno avuto qualche contatto sospetto. Ad ogni modo c’è apprensione nella comunità macedone ed è emblematico che l’associazione culturale Rilindja si sia trovata costretta con il suo presidente Abdula Salihi a spiegare che loro rispettano le regole.

Qualche commento evidentemente ha fatto male anche se Abdula spiega che loro sanno bene che la comunità aquilana li ha sempre accolti bene anche perché, ribadisce, queste persone vivevano qui da anni, bloccate all’estero dal Covid e rientrate appena possibile. Assolutamente inconsapevoli del pericolo che portavano addosso. Come potevano saperlo?

Anche a Cagnano Amiterno c’è attesa per l’esito dei tamponi. I fratelli dell’operaio sono stati contattati con le famiglie per effettuare i tamponi e due sono le famiglie locali in isolamento.

Tamponi effettuati anche nel reparto di ginecologia dell’ospedale dove la moglie dell’operaio sarebbe passata e dunque sugli operatori che hanno avuto un contatto diretto con lei. Ora è in carico al reparto di Malattie infettive. Sta bene e la sua bambina è sana anche se ancora non può vederla.

 

 

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Daniela Rosone: