Situazione sempre critica all’Aquila. Mentre ci sono sempre più difficoltà per fare tamponi e tracciare la popolazione non si comprende perché non si attivi anche una convenzione con l’Ateneo
Mentre il sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi, acclarata la zona rossa per l’Abruzzo da domani, vuole un confronto con il Governo per capire quali saranno i ristori per le famiglie e le attività chiuse la situazione sanitaria è sempre più complessa.
I nuovi decessi sono stati stati 4, un uomo di Roio, uno di Campotosto, uno dell’Aquila e uno di Fontecchio e ormai la città si attesta sui 50 contagi giornalieri, come rileva il bollettino regionale quotidiano.
Il Dante Labs, il laboratorio privato autorizzato, ha attivato delle corsie preferenziali, previa prenotazione, per persone ragazzi o bambini diversamente abili, per donne in stato interessante o persone con particolari difficoltà.
A Scoppito, secondo i dati forniti dal sindaco Marco Giusti durante il consiglio sono 91 i casi accertati, la maggior parte dei quali riferibili alle RSA. I consiglieri di opposizione, tra i quali Pamela Soncini, chiedono che siano eseguiti degli screening sulla popolazione scolastica così come stanno facendo sindaci di altri comuni.
Intanto ci sarebbe un nuovo possibile cluster in una scuola dell’infanzia dell’aquilano dove, dopo una campagna di screening, sarebbero emersi circa 40 casi tra bambini e genitori. Dati che per ora non sono ufficiali perché dovranno essere validati dal servizio prevenzione della ASL.
In questo scenario di grande difficoltà ci si chiede perché non vengano messe in campo tutte le risorse locali. A precisa domanda su un maggiore coinvolgimento del Dante Labs, ad esempio, il manager Asl Testa risponde che usano solo strutture pubbliche.
Ci si chiede anche perché non venga coinvolta l’Università dell’Aquila che ha competenze (12 professori tra cui il rettore Alesse in quell’ambito) e strumenti per mettersi a disposizione con circa 600 tamponi al giorno.
Basterebbe una convenzione. Ne è già attiva una con la Asl per alcune analisi diagnostiche su alcuni tipi di tumori. Il Rettore si è limitato a dire che, se chiamati, loro sarebbero a disposizione ed entro 3 o 4 settimane potrebbero essere operativi. Perché non utilizzare queste energie quindi?
Un altro problema enorme resta quello delle vaccinazioni anti influenzali. Le farmacie non ne hanno nonostante le richieste pressanti dei clienti, molti medici di base non sono riusciti neanche a vaccinare le categorie a rischio perché non ne hanno e, a quanto se ne sa, anche la Asl a Collemaggio sarebbe e il condizionale è d’obbligo, rimasta sprovvista e costretta a disdire alcuni appuntamenti spostandoli a dicembre, così sostengono alcuni utenti.
La rassicurazione è che arriveranno e che il picco non è ora ma come può accadere, si chiedono in tanti, quando la raccomandazione era di vaccinarsi in massa e alla stessa data dell’anno scorso c’erano più vaccini, dicono anche i medici di base?
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