Covid19 L’Aquila, screening chiuso a quota 23 mila

23 mila persone si sono sottoposte a tampone nella campagna di screening all’Aquila. Il sindaco Biondi parla di sforzo imponente e lancia frecciate alla Asl e alla Cgil

Alla fine la massiccia campagna di screening sulla popolazione aquilana si è chiusa ieri sera toccando le 23 mila unità che si sono sottoposte a tampone.

Un numero buono secondo il sindaco Pierluigi Biondi che aveva stimato le 25 mila persone da raggiungere considerando che molte categorie non si dovevano sottoporre a controllo.

I 7500 tamponi che sono rimasti, ha annunciato Biondi, saranno usati per il personale della scuola e per i parenti dei degenti delle case di cura.

Il sindaco qualche sassolino dalle scarpe nella conferenza di chiusura ha voluto toglierselo parlando di un’organizzazione che, sostanzialmente, sarebbe ricaduta soltanto sulle spalle del Comune, snocciolando tutti i numeri degli interventi, del personale impiegato e dei volontari.

Frecciata polemica alla ASL poi quando dice che si è vista solo quella di Teramo con Maurizio Brucchi all’Aquila in visita con il sindaco ma anche alla Cgil che ha accusato, non in generale, ma “solo chi fa politica”, sostenendo che gli unici argomenti tirati fuori nel dibattito sono stati i buoni pasto per i dipendenti in Smart working e il personale del comunale impiegato nello screening, secondo loro, a maneggiare sostanze pericolose.

Ad ogni modo il gradimento delle persone c’è comunque stato rispetto a questa operazione che però non mette al sicuro. Servono comportamenti corretti e di coscienza, non è insomma un liberi tutti per chi ha fatto questo tampone.

 

I dati definitivi dello screening sulla popolazione.

Dall’inizio del programma di screening, il 3 dicembre scorso, sulla popolazione aquilana sono stati 23244 i tamponi effettuati, con l’esito di 54 positivi e 15 dubbi. 39 le postazioni fisse attivate in maniera alterna e a scaglioni, a seconda della disponibilità del personale e 2 le cliniche mobili noleggiate che hanno consentito di raggiungere anche le frazioni più impervie dell’ampio territorio comunale (circa 473 chilometri quadrati di superficie).

Il personale comunale è stato in prima linea nella logistica, nell’organizzazione, passando per la comunicazione, il sistema informatico e il supporto amministrativo. 364 le risorse umane impiegate di cui 234 sanitari e 130 tra dipendenti comunali, delle società partecipate, Abruzzo Engineering e Usra.

“È stato un dispiegamento di forze, uomini e mezzi incredibile. Una sfida che la città ha affrontato con compostezza e diligenza: così come accaduto per l’imponente opera di ricostruzione post sisma anche in questa pandemia L’Aquila è stata capace di assurgere a laboratorio per l’intero Paese, luogo di sperimentazione di prassi e protocolli che sono certo saranno presi ad esempio anche per le altre realtà italiane che saranno chiamate ad operare screening massivi sulla popolazione per circoscrivere il contagio da coronavirus”, ha dichiarato il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi.