Quattro condanne e 10 assoluzioni. Si è concluso così il processo davanti alla nona sezione collegiale di Roma per il crac della Cassa di Risparmio di Teramo (Tercas). Il tribunale ha inflitto 4 anni e 7 mesi per bancarotta preferenziale all’ex direttore generale della banca, Antonio Di Matteo.
Condannato a 3 anni e 10 mesi l’imprenditore Raffaele Di Mario. I giudici hanno fatto cadere l’accusa di associazione per delinquere aggravata dalla trans nazionalità. Tra gli assolti anche l’avvocato Giampiero Samorì. Il rinvio a giudizio risale al 2015. In quella circostanza il giudice per le udienze preliminari aveva disposto il proscioglimento della banca Tercas per insussistenza dei fatti contestati dopo che era stata citata in base alla legge 231. I reati contestati dalla Procura capitolina andavano dall’associazione per delinquere, appropriazione indebita, bancarotta fraudolenta e riciclaggio nonché ostacolo all’autorità di vigilanza.
Di seguito la dichiarazione di Antonio Di Matteo relativamente al processo chiuso oggi.
«Prendo atto della decisione del Tribunale di Roma giunta all’esito di un complesso dibattimento.
Esprimo soddisfazione per la decisione assunta dal Tribunale con riferimento all’accusa consistente nell’aver cagionato quello che dalla Stampa è stato definito il “crac TERCAS” che, secondo l’Accusa, sarebbe avvenuto mediante erogazioni di finanziamenti ad alcuni clienti senza merito creditizio e mediante erronee valutazioni a bilancio di alcune poste.
Con riferimento a questa accusa, il Tribunale di Roma mi ha assolto con formula piena perché il fatto non sussiste, così smentendo la tesi della Procura della Repubblica e della Banca d’Italia.
Ciò deve indurre alla rilettura della storia di TERCAS dal commissariamento in poi, soprattutto con riferimento alle svalutazioni di bilancio che hanno consentito che Tercas venisse acquisita da Banca Popolare di Bari senza corrispettivo.
La condanna comminatami di 4 anni e 7 mesi è riferita a presunti pagamenti preferenziali posti in essere da una società del gruppo Di Mario a favore di una banca di San Marino, nonché a una presunta ipotesi di riciclaggio relativa a fatti completamente estranei a Tercas.
Con riferimento alle vicende della Cassa di Risparmio di Teramo, il Tribunale ha ritenuto di ravvisare presunte irregolarità procedurali riferite alla presunta interposizione di un altro imputato imprenditore tra Tercas e una banca di San Marino.
Attendo le motivazioni della sentenza, fiducioso nella assoluzione da tutte le accuse in secondo grado.»