All’indomani della chiusura delle indagini sul crollo dell’hotel Rigopiano parla Quintino Marcella, ristoratore e professore di enogastronomia all’alberghiero di Pescara. Con la sua nota telefonata alla Prefettura fu il primo a dare l’allarme.
La montagna di Farindola la conosceva sin da ragazzino, con le sue bellezze e i suoi rischi, e soprattutto conosceva il cuoco del suo ristorante, Giampiero Parete, sapeva che si trovava lì, all’hotel Rigopiano e che lo aveva chiamato nel panico per dirgli che il resort era crollato. Lui, Quintino Marcella, a Giampiero aveva creduto subito e senza remore e si aspettava che, a loro volta, le istituzioni credessero a lui. Nella sua drammatica telefonata alla Prefettura fu molto preciso nel dare le proprie generalità, affinché chi era all’altro capo del filo potesse verificare che non si trattava di un mitomane o di un imbecille in vena di scherzi. Cosa è accaduto dopo è noto e dolorosamente paradossale, visto che a dimostrazione della fondatezza di quell’allarme arrivarono le immagini del crollo annunciato e il vuoto incolmabile lasciato dalle 29 vittime della valanga.