Rafforzare i ruoli tecnici nelle pubbliche amministrazioni e snellire le procedure burocratiche per rendere il sistema degli appalti più trasparente. Secondo il presidente dell’Osservatorio Infrastrutture di Confassociazioni, Stefano Cianciotta, occorre investire su progettazione e manutenzione delle infrastrutture per evitare che tragedie come quella di Genova si ripetano.
Il tutto definendo “una nuova Pubblica Amministrazione, che abbia nelle strutture tecniche allargate veri e propri centri di competenza dove possano finalmente lavorare insieme non solo ingegneri e architetti, ma tutte le competenze che concorrono alla realizzazione di progetti innovativi, come nelle infrastrutture digitali”.
Tutte le volte che l’Italia dice «no», il conto che i cittadini pagano è decisamente salato. Soprattutto in termini di mancate opportunità, si legge nell’ultimo libro pubblicato da Stefano Cianciotta in collaborazione con Alberto Brambilla dal titolo “I no che fanno la decrescita” edito da Guerini. Dall’opposizione ideologica alle infrastrutture al sistema della formazione bloccato, dalle disfunzioni della pubblica amministrazione alla giustizia troppo lenta, dai mai sopiti interessi corporativi fino al caso emblematico dei vaccini, si pagano ancora troppi dazi all’inerzia e a un’industria che parla sempre di più la lingua straniera. Il testo, scritto a quattro mani da Brambilla e Cianciotta – con l’introduzione di Alessandro Beulcke, presidente del Nimby Forum – passa in rassegna i più recenti «veti» che hanno impedito al nostro Paese di crescere e di promuovere uno sviluppo al passo con quello dei Paesi occidentali più progrediti. Per invertire la tendenza, gli autori (ri)lanciano una serie di proposte utili e potenzialmente proficue su fisco, spesa pubblica, mercato del lavoro, giustizia, scuola e università.
“Snellire le procedure, riducendo la capacità di interdizione delle Pubbliche Amministrazioni, significa anche rendere il sistema più trasparente, perché nella farraginosità delle procedure si annida la corruzione, uno dei grandi problemi del sistema italiano degli appalti pubblici. Dopo quanto accaduto a Genova – conclude Cianciotta – bisogna evitare però di attivare un pericoloso dualismo tra la necessità di manutenere le opere esistenti e l’indubbia urgenza di nuove infrastrutture”.