Si chiama “cash trapping” (letteralmente intrappolamento del contante) la tecnica messa a punto per rubare dai bancomat. Si tratta di una tipologia di furto messa in atto con la manomissione degli sportelli bancomat e postamat
Uno stratagemma scoperto dall’Arma dei Carabinieri in diverse zone del territorio nazionale. Non mostra alcuna alterazione visibile della struttura dello sportello e si basa sull’inserimento di una forcella metallica nello sportellino di fuoriuscita delle banconote. Bastano solo pochi minuti. L’utente crede che lo sportello bancomat non funzioni e appena svolta l’angolo scatta il furto. Ha origini nel Nord Europa, in particolare Francia e Regno Unito, ma numerosi casi sono stati registrati anche in Italia, come testimoniano diverse indagini svolte dai Comandi dell’Arma dei Carabinieri su tutto il territorio nazionale.
I malviventi utilizzano una forcella che viene posizionata nella fessura di erogazione delle banconote. Il contante viene bloccato all’interno. Il malcapitato, dopo aver atteso inutilmente la fuoriuscita del denaro si allontana, pensando che il dispositivo non funzioni. E invece, da dietro l’angolo sbucano i ladri che recuperano il bottino e fuggono. Il display non segnala il guasto, ma le banconote non fuoriescono.
Non si esclude una reviviscenza dei casi di cash trapping. Gli utenti pensano sul momento ad un guasto del dispositivo bancomat e non sporgono denuncia del furto. Un sistema “semplice” per i malviventi per portare a segno i propri furti. Si annota un’operazione dei carabinieri del 2013 che permise di arrestare cinque malviventi, che, nel giro di un mese, erano riusciti a rubare oltre 28mila Euro da otto sportelli bancomat situati in tre regioni, Emilia Romagna, Marche ed Abruzzo; tra questi uno sportello bancomat sito in un comune della Val Vibrata. Se non denunciato il fenomeno del cash trapping rischia di diffondersi rapidamente. Per questo motivo è bene segnalare immediatamente eventuali incidenti presso gli sportelli automatici chiamando tempestivamente il 112.