“Non è giusto uccidere un orso, ma è necessario per rispettare quel patto di convivenza in un posto dove gli orsi non erano più abituati a stare”
“Non mi permetterei mai di mettere in discussione la vita di un orso, ma un orso su 100 non fa la differenza soprattutto su una popolazione che in 25 anni da zero è passata a cento”. A sostenerlo è il direttore del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise (Pnalm), Luciano Sammarone, secondo il quale “derogare da questo contratto significa mettere in discussione il piano d’azione iniziale e allora poi dare fiato a tutti quelli come Fugatti, il presidente della Provincia di Trento, che dice che gli orsi sono troppi”. “Quando è stato fatto il progetto Life Ursus che prevedeva la reintroduzione degli orsi nel Trentino – spiega Sammarone all’ANSA – vennero definiti una serie di protocolli e procedure: ad ogni circostanza corrispondeva un’azione. Per esempio: l’orso entra in un pollaio una volta, non succede niente, l’orso entra in un pollaio dieci volte, si procede alla dissuasione, l’orso
aggredisce le pecore, si procede agli indennizzi. Dentro questo protocollo, il Piano d’azione interregionale per la conservazione dell’orso bruno nelle Alpi centro-orientali (Pacobace) c’è una delle azioni che prevede il caso in cui un orso uccide una persona: l’orso deve essere rimosso. È accaduto questo e questa previsione non era per cattiveria nei confronti degli orsi, ma a fronte di questa previsione i trentini hanno detto, ‘ok, ci sta bene’. Ora non è giusto uccidere un orso però se prevedi questo all’inizio, come se fosse una sorta di contratto, a fronte del verificarsi dell’evento non puoi non dare seguito a quella previsione”. Replicando al presidente della Provincia di Trento, Maurizio Fugatti, il direttore del Pnalm sottolinea che in Trentino “gli orsi non sono troppi perché 50 era il numero minimo che quel piano prevedeva, non è il numero massimo: le cose che si stanno sentendo in questi giorni dalla Provincia di Trento, ‘dobbiamo togliere 50-60-70 orsi’, sono numeri folli che non si possono realizzare”.
Gli orsi in Trentino “non sono come in Abruzzo dove l’orso c’è sempre stato e dove siamo in una condizione di popolazione unica e sola al mondo, perché l’orso marsicano è una sottospecie: lì hai una popolazione di orso che sta crescendo e una convivenza da ricostruire: se viene meno questo patto di azione, questo accordo che è stato fatto, è chiaro che i cittadini ti possano dire che ‘qualunque orso ti può provocare un’altra aggressione e un’altra morte’. L’orsa JJ4 che era stata responsabile di un’altra aggressione non è stata rimossa perché ci sono andati di mezzo i ricorsi al Tar: ora si rischia una situazione simile”.