In vista della Giornata mondiale dell’acqua, il prossimo 22, alla stazione centrale di Pescara Legambiente ha presentato il report “Accelerare il cambiamento: la sfida dell’acqua passa dalle città”, per migliorare disponibilità e gestione dell’acqua
Al centro anche il ruolo dell’agricoltura, che rimane la più sofferente, con un approfondimento “Dalle città ai campi” sulle migliori pratiche nazionali e internazionali, insieme con la Rete di donne africane “Nous sommes la solution”, rappresentata da Mamadou Danfakha, agronomo senegalese. Composta da donne sensibili ai temi ambientali e al loro ruolo nella preservazione, valorizzazione e promozione ambientale oltre che attenzione al potenziamento sociale ed economico dei territori. La rete di queste donne contadine si estende dal Senegal, al Mali, alla Guinea Bissao, Guinea Conakry, al Ghana, al Burkina Faso e Gambia.
Presenti anche l’Associazione per l’Agricoltura Biodinamica e l’associazione Dafne impegnata in Abruzzo, oltre che in altri contesti internazionali, in interventi di “empowerment” nell’ambito della promozione e protezione sociale.
Accelerare il cambiamento per risolvere la crisi idrica e sanitaria: questo lo slogan della Giornata mondiale dell’acqua 2023 (World Water Day). Un cambiamento nel modo di gestire questa preziosa risorsa mai stato più urgente, per fronteggiare i cambiamenti climatici e l’emergenza siccità, chedalla scorsa estate non ha smesso di mettere in ginocchio l’Italia. Infatti, il 2022 è stato dichiarato dalla Società Meteorologica Italiana come l’anno “tra i più estremi mai registrati in termini di caldo e deficit di precipitazioni”, registrando un saldo negativo pluviometrico complessivo del 30%. Secondo i dati dell’Osservatorio Città Clima di Legambiente, sono aumentati del 367% i casi di danni dovuti alla siccità, passati dai 6 del 2021 ai 28 del 2022.
In vista della ricorrenza, l’Associazione ambientalista presenta il dossier “Accelerare il cambiamento: la sfida dell’acqua passa dalle città ai campi” in cui fotografa il potenziale che avrebbero insieme la raccolta delle acque meteoriche in ambiente urbano e il riutilizzo di quelle reflue per l’agricoltura: pari a 22 miliardi di metri cubi di acqua all’anno, corrispondenti a circa3volte la capacità contenuta nei 374 grandi invasi in esercizio, che ammonta a circa 6,9 miliardi di
metri cubi. Numeri importanti, che spingono il Cigno Verde a chiedere al Governo Meloni una strategia idrica nazionale in modo da avviare una nuova governance dell’acqua, che abbia come obiettivo non solo l’accumulo per affrontare i periodi di carenza, ma soprattutto la riduzione della domanda d’acqua e quindi dei prelievi e degli usi in tutti i suoi settori. A partire da una road map per riqualificare e riprogettare gli spazi aperti e gli edifici delle nostre città che punti almeno al recupero del 20%delleacque meteoriche entro il 2025, del 35% entro il 2027 e del 50% entro il 2030; e dalla necessità che, il recepimento del regolamento UE 741/2020 per il riutilizzo delle acque reflue – in fase di osservazione presso il MASE – sia fatto in modo rigoroso, tenendo conto dell’analisi di rischio come previsto a livello europeo.