Una scossa di terremoto di magnitudo 4.6 è stata registrata alle 23:52 di ieri in provincia di Campobasso. Avvertita anche in Abruzzo. Ad una prima ricognizione non vi sarebbero stati danni particolari.
Secondo i dati dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv), il sisma ha avuto ipocentro a 23 km di profondità ed epicentro nei pressi di Montagano.
Oltre che nel Molise, la scossa è stata chiaramente avvertita anche in alcune zone limitrofe della Campania, della Puglia, dell’Abruzzo e del Lazio.
Tanta la paura tra gli abitanti, ma al momento secondo la Protezione civile non si hanno segnalazioni di danni a persone o cose.
«Abbiamo sentito il sindaco di Montagano (Campobasso) e dei comuni limitrofi: al di là di un grosso spavento non sono stati segnalati danni a persone o cose», ha dichiarato il direttore del Dipartimento della Protezione civile del Molise, Manuel Brasiello, che sta monitorando la situazione dalla Sala operativa di Campochiaro (Campobasso). «In via precauzione si sta valutando, comune per comune, la necessità di chiudere le scuole. Siamo in stretto contatto con Lugi D’Angelo, direttore operativo nazionale del Dipartimento di Protezione civile: la situazione è monitorata e vediamo come evolve.»
«Da un primo giro di ricognizione la situazione sembra per fortuna buona», ha dichiarato sindaco di Montagano, Giuseppe Tullo. «Non si segnalano danni particolari, ma le verifiche dovranno essere fatte in modo più approfondito, ovviamente. Molti sono scesi in strada: c’è stata tanta paura, ma abbiamo subito aperto la nostra struttura polivalente per chi volesse dormire fuori casa. La scossa è stata avvertita molto forte. Le scuole della zona, Petrella, Matrice e la nostra materna saranno chiuse.»
Scuole chiuse anche a Campobasso e in diversi altri comuni vicini all’epicentro. Il sindaco di Campobasso, Roberto Gravina, ha infatti disposto per oggi a fini precauzionali e per procedere ad accurati sopralluoghi in seguito alla forte scossa sismica avvenuta ieri sera, la sospensione delle attività didattiche degli istituti scolastici di ogni ordine e grado pubblici, parificati, paritari e degli asili nido pubblici e privati.
Nel basso Molise è in corso la ricognizione degli edifici scolastici, chiusi dopo la scossa di terremoto delle 23.52 di ieri di magnitudo 4.6. I sindaci della costa e delle aree interne hanno dato il via alle verifiche di scuole e monumenti: Termoli, Portocannone, Ururi, San Martino in Pensilis, Larino, San Giuliano di Puglia e Montenero di Bisaccia, in provincia di Campobasso. Fino a questo momento non sono stati segnalati danni.
«A Campobasso i Vigili del fuoco al momento non segnalano danni a persone o cose», ha fatto sapere Roberto Gravina, sindaco di Campobasso, impegnato nei vari sopralluoghi durante la notte. «Analoga la situazione anche all’ospedale Cardarelli, dove non sono segnalati danni di alcun tipo.»
Già da alcuni giorni in Molise la popolazione ha avvertito scosse di terremoto di lieve entità, ma ravvicinate. La più forte, di magnitudo 3.1, è stata registrata ieri, dai sismografi dell’Ingv, alle 2:20 con epicentro a Sant’Elia a Pianisi (Campobasso), preceduta da una sequenza sismica, il 24 marzo, di otto scosse tra Sant’Elia e Ripabottoni.
Un’altra, di magnitudo 3.0, all’1:35 di lunedì 27 marzo con epicentro a Vastogirardi (Isernia), in Alto Molise, avvertita in molti comuni dell’Isernino. Era stata preceduta da due scosse, di magnitudo 2.4 e 2.7, con epicentro sempre a Vastogirardi nella mattinata di domenica, la prima alle 6:09 e la seconda dopo un minuto, alle 6:10.
La scossa di stanotte è l’ennesima riprova di un periodo di turbolenze nel sottosuolo del Molise: negli ultimi cinque o sei anni più volte la terra ha tremato, gettando gli abitanti della regione in forte preoccupazione. In tempi recenti, che iniziano con il sisma di magnitudo 4.2 del 25 aprile 2017 ad Acquaviva del Sannio e proseguono con quello di 4.7 del ferragosto 2018 in zona Montecilfone, appesantiti dal 5.1 della zona di Guglionesi e Acquaviva solo due giorni dopo, svariati comuni molisani hanno registrato scosse che hanno superato la magnitudo 3. Si tratta di Baranello, Sant’Elia a Pianisi, Pietracatella, Guardialfiera, Rotello, Ripabottoni, Bonefro, oltre alle scosse nell’Adriatico. In sostanza, tutto il territorio molisano è a rischio sismico.
«Il terremoto ha avuto origine nella zona di passaggio tra la catena appenninica e la zona adriatica, a una profondità di 23 chilometri», ha dichiarato Claudio Chiarabba, direttore del Dipartimento terremoti dell’Istituto nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), per il quale il meccanismo alla base del terremoto di magnitudo 4.6, avvenuto in Molise alle 23,52 della notte scorsa, è simile a quello che ha generato il sisma di magnitudo di 6.0 del 2002, vicino al comune di San Giuliano di Puglia. «È proprio questa maggiore profondità che ha permesso alla scossa di propagarsi in un’area abbastanza vasta.»
Il sisma di questa notte, definito di tipo trascorrente, è stato infatti avvertito anche in Puglia, Campania, Abruzzo e Lazio.
«Si tratta di un terremoto trascorrente, causato cioè dallo scivolamento orizzontale tra due blocchi», ha spiegato il ricercatore Chiarabba. «La prima scossa, con epicentro a Montagano, a quasi 10 chilometri da Campobasso, è stata seguita da repliche di magnitudo compresa fra 2.0 e 2.6. La più recente, di magnitudo 2.4, è stata registrata questa mattina alle ore 06,54, sempre con epicentro a Montagano. Si tratta di un comportamento normale, ma è troppo presto per capire quanto rapidamente diminuirà il fenomeno.»
Il terremoto era stato preceduto nei giorni scorsi da scosse più piccole, localizzate tra i comuni di Sant’Elia a Pianisi e Ripabattoni (sempre in provincia di Campobasso), che non hanno superato magnitudo 3.1. Nella giornata di ieri, ad esempio, erano stati registrati tre eventi di questo tipo: due a Sant’Elia a Pianisi, avvenuti alle 00,23 e alle 02,20 rispettivamente con magnitudo 2.1 e 3.1, e uno alle 03,55 a Ripabattoni, con magnitudo 2.0.